Cronaca

Minturno / Fissata la riesumazione e l’autopsia del corpo dell’onorevole Amedeo Matacena

MINTURNO – Prenderanno il via nei primi giorni di ottobre presso il cimitero di Minturno le operazioni di riesumazione del cadavere del compianto parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena che, deceduto nel settembre 2022 a Dubai a causa di un infarto al miocardio, sarebbe stato ucciso. A pensarlo è la Procura della Repubblica di Reggio Calabria (coordinata dal procuratore reggente Giuseppe Lombardo, dall’aggiunto Stefano Musolino e dal sostituto Sara Parezzan) ha disposto – come si ricorderà – la riesumazione prima e l’autopsia poi sui resti dell’ex armatore e deputato azzurro che da poco di un anno riposa nella cappella di famiglia di Alessandra Pimpinella Canale, la presentatrice Rai cui l’uomo politico era legata dopo il divorzio dalla seconda moglie, la 43enne imprenditrice, chirurga plastica ed ex modella Maria Pia Tropepi, calabrese di origine e contessa di diritto francese da parte di padre.

L’avvio delle fasi della riesumazione del corpo di Matacena è stato definito dopo la risoluzione di alcuni problemi logistici e a compiere la prossima settimana gli accertamenti tossicologici saranno i due periti nominati dai Pm di Reggio Calabria, Aniello Maiese e la professoressa Maria Chiara David (è di Sora), docenti entrambi all’università la Sapienza. La procura reggina ha disposto contestualmente anche la riesumazione della madre di Matacena, Raffaella De Carolis, l’ex Miss Italia negli anni scorsi deceduta pure lei a Dubai ma tre mesi prima del figlio, nel giugno 2022. Se la donna è tumulata in uno dei cimiteri di Reggio, i magistrati vogliono capire se le due morti siano avvenute o meno realmente per cause naturali. Nel registro degli indagati, con l’ipotesi di duplice omicidio, è stata iscritta la seconda moglie di Matacena, la 43enne Maria Pia Tropepi mentre la Procura reggina ha acceso i riflettori ancora su una storia di testamenti falsi e questioni legate alla gestione del patrimonio della famiglia Matacena.

In questo contesto sono stati delegati accertamenti alla Dia che coinvolgono altri tre indagati insieme Tropepi, a sua volta sospettata pure di procurata inosservanza di misure di sicurezza detentive, falsità in testamento olografo, circonvenzione di incapaci, autoriciclaggio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, accesso abusivo a un sistema informatico ed estorsione.  A Martino Politi, storico collaboratore di Matacena, sarebbero stati ipotizzati la falsità in testamento olografo e l’indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

“Non sono a conoscenza dell’indagine e ad oggi non ho ricevuto alcuna informazione di garanzia. Pertanto, mi dichiaro completamente estraneo a quanto pubblicato – ha fatto sapere attraverso il suo legale Angela Puntorieri – Trovo riprovevole che informazioni coperte da segreto investigativo vengano rese pubbliche con tanta facilità con conseguenti ripercussioni sulla medesima indagine evidentemente ancora in corso. Ancora più grave è che queste vengano pubblicate senza che il diretto interessato, ovvero io, ne sia a conoscenza, mediante lo strumento dell’informazione di garanzia, il che denota una superficialità sconcertante e una totale mancanza di rispetto per il lavoro della magistratura e per la privacy dei cittadini”.

Le fasi della riesumazione del corpo di Matacena della prossima settimana a Minturno potrebbero avere una copertura televisiva a livello nazionale. Di questo caso si è occupata la puntata di mecoledì scorso di “Chi l’ha visto ?” su Rai Tre, la cu inviata Chiara Cazzaniga era stata una dei pochi colleghi giornalisti ad aver intervistato a Dubai l’ex parlamentare di Forza Italia prima del suo misterioso decesso del settembre di due anni fa.

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