Cronaca

Cisterna / Morte sul lavoro di Satnam Singh, nuovo incidente probatorio con un colpo di scena

CISTERNA – Non ha tradito le attese lo svolgimento del nuovo incidente probatorio che si è svolto davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nell’ambito delle indagini per la morte, avvenuta il 17 giugno scorso, di Satnam Singh, il bracciante indiano di 38 anni che perse la vita in seguito all’amputazione di un braccio avvenuta mentre lavorava a nero in un’azienda agricola nelle campagne di Borgo Santa Maria. Il sostituto procuratore Marina Marra ha citato un’ex dipendente dell’azienda agricola e per oltre un’ora e mezzo ha fornito una nuova versione sui fatti a causa della quale è ora indagata per omissione di soccorso.

Assistita dall’avvocato Roberta Verzicco, la donna, regolarmente assunta, ha risposto alle domande e ha fornito un’altra versione sui fatti rispetto al racconto fornito dalla moglie di Satnam, Soni, secondo la quale il marito, dopo essere rimasto incastrato nel macchinario avvolgi plastica, era stato caricato su un furgone del suo datore di lavoro – Antonello Lovato, dal 2 luglio in carcere per omicidio – e lasciato moribondo davanti alla sua abitazione alla periferia di Cisterna. Sia il Pm Marra che il legale di parte civile di Soni, l’avvocato Giovanni Lauretti, hanno fatto rilevare come la teste abbia fornito un’altra versione sui fatti definita più accomodante.

La donna, rispondendo anche alle domande dei legali di Lovato, gli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi, ha detto che subito dopo l’incidente Satnam e la moglie avevano chiesto loro stessi di essere accompagnati a casa. In più lo stesso bracciante – secondo la sua versione contestata dalla Procura di Latina – non perdeva sangue dal braccio ma soltanto dalla bocca e addirittura sarebbe stato invitato da Lovato a non utilizzare il macchinario. In effetti questa teste inizialmente aveva manifestato la sua contrarietà ad essere ascoltata dai magistrati perché, considerandosi spaventata, era arrivata a confessare di essere stata minacciata. E così che a chiedere il suo interrogatorio nell’incidente probatorio sono stati gli stessi legali di Lovato interessati a rendere meno pesante la posizione del loro assistito.

Davanti il Gip Cario, a differenza del primo incidente probatorio, martedì non è intervenuta per ragioni di sicurezza la moglie del bracciante indiano deceduto a Roma dopo una breve e drammatica agonia. Soni si trova presso una casa famiglia e nella sua unica e terribile confessione, insieme ad un collega del marito, aveva evidenziato come Satnam fosse rimasto incastrato nel macchinario avvolgi plastica che gli aveva amputato un braccio e provocato lesioni agli arti inferiori. Il suo datore di lavoro Lovato aveva reagito a modo suo caricando la vittima – e l’arto – su un furgone per poi trasportarlo immediatamente davanti alla sua abitazione di Cisterna ma senza chiamare tempestivamente i soccorsi che avrebbero potuto, chissà, salvargli la vita. 

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