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Sud Pontino / Incendi boschivi: bisogna lavorare alla “prevenzione”, la lettera delle Associazioni

SUD PONTINO  – Torna l’argomento dell’emergenza incendi boschivi che non termina col periodo estivo quando si vuol ragionare in termini di prevenzione. Ed è questo quello che invitano, nuovamente, a fare l’ associazione “Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine” e l’associazione “Incontri & Confronti” con le parole dei rispettivi presidenti Francesco Carta e Biagio Magri che spronano  a non fermarsi all’indignazione o al senso di “impotenza di fronte a tanto scempio sebbene molti soldi vengano spesi nel tentativo di contrastare gli incendi”. 

Lo fanno attraverso una lettera scritta all’indirizzo dei sindaci del comuni del sud pontino – Formia, Gaeta, Fondi, Itri, Minturno, Spigno Saturnia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano – al Presidente della Regione Lazio, onorevole Francesco Rocca, nonché al  Presidente e al Direttore del Parco degli Aurunci e Al Presidente e al Direttore del Parco della Riviera d’Ulisse.

“Purtroppo quest’anno, come nel 2021 e 2022, abbiamo dovuto registrare incendi catastrofici sulle montagne del sud della provincia. Il punto vero è che si interviene per spegnere gli incendi, ma nulla nella prevenzione. Anche quando i mezzi intervengono efficacemente come accaduto nei primi incendi mattutini di agosto, chi brucia sceglie poi la notte, quando Canadair, elicotteri AIB, Vigili del Fuoco e Protezione Civile, non possono intervenire. Per la prima volta nell’anno 2021 il tema fu affrontato seriamente, ma poi, pur assumendo decisioni normative sia in sede locale che regionale, tutto restò inattuato. Giusto per rinfrescare la memoria: 1) delibera di Consiglio Comunale, approvata dal comune di Formia nonché discussa ed approvata anche in altri comuni; 2) l’inserimento nella Legge Regionale della possibilità del fuoco prescritto (art. 64-bis LR 39/2002); 3) Piano Antincendi Boschivi del Parco degli Aurunci. Questi atti non hanno avuto il seguito sperato, eppure si tratta di azioni fondamentali per la salvaguardi dell’ambiente” – si legge nella missiva. 

“E’ il caso di ricordare  – si apprende proseguendo nella lettura – che il Piano di Gestione ed Assestamento Forestale (PGAF), è uno strumento indispensabile nella pianificazione della gestione silvo-pastorale del demanio di Uso Civico, nei nostri contesti una fetta importante del territorio in cui per la maggior parte si sviluppano e propagano gli incendi con grosse ripercussioni ambientali e finanziarie per spegnerli; quello del Comune di Formia (2016 – 2024), costato circa 60 mila euro, non è stato mai discusso, tanto meno approvato dalla Regione Lazio, come quello di numerosi altri comuni. Quel piano prodotto nel 2016, rimasto sulla carta, è giunto ormai a scadenza senza alcun concreta attuazione sul campo da parte del Comune di Formia, in maniera autonoma; eppure quel piano è passato attraverso tre amministrazioni ed un commissario prefettizio, senza che alcuno si accorgesse della estrema utilità di metterlo in pratica, in quanto fonte di risorse che per legge devono essere destinate al miglioramento ed alla salvaguardia del demanio stesso, e si spunti progettuali per utilizzare le stesse; ed oggi, che formalmente risulta scaduto, è da aggiornare per un’adeguata gestione (dei boschi ma soprattutto dei pascoli) mirata alla prevenzione degli incendi boschivi”. 

Ed ancora: “Resta inattuato anche il Piano Antincendi Boschivi 2021 – 2025 redatto dalla Dream per il Parco degli Aurunci, uno studio puntuale e completo, rimasto senza finanziamento né attuazione. Eppure lasciare che la massa lignea, soprattutto sul versante mare, cresca senza fine, significa accumulare massa infiammabile che prima o poi esita in incendi. Quest’anno la Regione Lazio ha stanziato, per la campagna antincendi boschivi 2024, ben 7.950.000 euro, come previsto dall’ultimo piano regionale approvato lo scorso anno per il triennio 2023-2025, con il quale risultano stanziati complessivamente quasi 20 milioni di euro in tre anni (7 in più rispetto al precedente Piano)”. 

“Ad oggi questa mole di denaro impegnata, non ha risparmiato la devastazione nel sud della nostra provincia, e allora ci si chiede il perché si insista nell’azione di spegnimento e nulla si mette in campo per la prevenzione? Fasce antincendio, invasi, azioni di fuoco prescritto, revisione dei regolamenti delle fide, incentivi premianti in assenza di incendi; purtroppo niente di tutto ciò, solo cenere, tra anatemi, grida e impotenza” – concludono Carta e Magri.

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