FORMIA – Sarà una domenica particolare, all’insegna del lutto e della tristezza, quella che dovranno vivere la città e la comunità, popolosa e popolare, del quartiere di Rio Fresco Scacciagalline. La chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Giovanni Battista si rivelerà troppo piccola per ospitare i tantissimi cittadini comuni che si stringeranno attorno al padre e ai due fratelli di Attilio Franzini, l’operaio di 47 anni deceduto in un cantiere di Rete Ferroviaria italiana venerdì all’alba in prossimità della stazione di San Giorgio di Piano, nel bolognese, travolto dal treno intercity Roma-Trieste.
Domenica 6 settembre, alle 16, a cura dell’agenzia “La Comune” si svolgeranno i funerali dell’operaio che, dopo aver dovuto ingoiare tanti bocconi amari che gli ha riservato la vita (a cominciare dalla prematura scomparsa di mamma Rita), stava trovando finalmente la necessaria tranquillità lavorando da qualche mese presso la ditta “Salcef” di Roma impegnata a svolgere in subappalto interventi della manutenzione dell’infinita ed obsoleta rete di Rfi. La scomparsa di questo sfortunato operaio di Formia ha provocato un mix di incredulità e di amarezza e domenica pomeriggio saranno davvero in tanti a tentare di lenire il dolore che ha colpito papà Gino e i fratelli Emanuele e Andrea ma anche i tanti familiari che stavano vivendo con speranza il tentativo di riscatto, dopo tante delusioni incassate, dal povero Attilio.
Sulla sua scomparsa invece da venerdì mattina la Procura della repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti con un reato ben preciso: omicidio colposo. L’ha confermato il legale che in queste fasi è decisive fasi dell’inchiesta, l’avvocato e vice sindaco di Formia Giovanni Valerio, sta assistendo la famiglia Valerio.“E vero, è stata aperta un’inchiesta da parte della procura di Bologna per far luce su una tragedia che ha colpito l’intera comunità formiana- ha detto Valerio – Probabilmente c’è stato un cortocircuito nell’area cantiere, e questo sarà la magistratura a chiarirlo. Attilio era un ragazzo solare e conosciuto in città. Per un periodo ha lavorato per l’ex-Formia Rifiuti zero dimostrando di essersi riabilitato e riscattato dopo un piccolo incidente di percorso che poteva capitare a chiunque. Attilio aveva dimostrato con una grandissima forza di volontà di essere riuscito a ritrovare la serenità che la malasorte, dopo l’encomiabile apporto dei suoi familiari e soprattutto dei due fratelli, gli ha negato un treno in transito”.
Di certo l’immagine, quella della tragedia verificatasi sui binari della stazione di San Giorgio di Piano, che i colleghi di Attilio
A poco più di un anno dalla strage sul lavoro di Brandizzo, dove persero la vita cinque operai investiti mentre lavoravano sui binari, quanto avvenuto venerdì all’alba a San Giorgio di Piano, ha riacceso prepotentemente il faro sulla sicurezza sul luogo di lavoro. L’ha sottolineato il sindaco Paolo Crescimbeni: “Le analisi dell’incidente sono in corso e nessuno si deve sbilanciare a dire cose imprecise o a fare supposizioni. Le dinamiche sono al vaglio. A prescindere da questo, voglio sottolineare quanto sia inaccettabile il dato relativo alle morti sul lavoro: parliamo all’incirca di oltre mille persone all’anno. Serve un maggior impegno da parte di tutti, istituzioni in primis, poi sindacati, datori di lavoro e anche lavoratori stessi. Un impegno, questo, che non deve più rimanere solo formale, ma che deve diventare sostanziale. Servirebbe in merito un vero e proprio cambiamento culturale. Non posso pensare o accettare che un lavoratore che esce di casa e saluta i suoi familiari non vi faccia più rientro perché deceduto mentre lavorava. Mi stringo ai familiari della vittima, porgendo a loro le mie più sentite condoglianze”.
La scomparsa di Attilio Franzini è stata commentata con la stessa tristezza con cui Formia domenica pomeriggio si appresta a dare l’ultimo saluto allo sfortunato 47enne operaio di Rio Fresco: “Abbiamo sentito un gran trambusto di sirene e un insolito via vai di mezzi – hanno detto in molti – Ci alziamo sempre molto presto. Questa di Attilio è una tragedia immane. Povero ragazzo. Non possiamo pensare che sia uscito per andare a lavorare e non sia mai più rientrato dai suoi cari. Sono cose che non dovrebbero succedere..”