FORMIA – Il comune di Formia intervenga prima che sia troppo tardi. La situazione in cui versa la foce del rio Fresco, all’altezza della centralissima piazza Risorgimento e del vicino ospedale “Dono Svizzero”, potrebbe trasformarsi in un’autentica ‘bomba’ igienica, sanitaria ed ambientale. Sono decisamente disperati i cittadini e gli operatori commerciali che risiedono lungo il tratto terminale di uno dei tanti corsi d’acqua che attraversano il centro urbano della città. I residenti in questi giorni hanno inviato al sindaco Gianluca Taddeo la terza richiesta d’intervento dopo quelle, cadute nel voto, dell’8 luglio e del 21 agosto scorsi.
Viene descritta una degenerazione ambientale, peggiorata non solo a causa dell’ampia vegetazione che ostruisce il deflusso delle acque ed occlude la foce del torrente in mare – le piante hanno dato vita ad una vera e propria diga che con l’avvicinarsi del periodo invernale, sicuramente è diventato elemento di allarme per la messa in sicurezza delle abitazioni – ma c’è anche l’impotenza di fronte alla moltiplicazione di ratti, pantegane e insetti, che – scrivono residenti e commercianti – “attentano alla nostra salute, portandoci a barricarci in casa anche in periodi in cui si potrebbe beneficiare delle temperature miti e quindi dell’areazione naturale”.
E non finita. I cittadini firmatari della petizione hanno segnalato al comune come da una condotta posta sotto piazza Risorgimento si sia aperta una crepa di grandi dimensioni “dalla quale fuoriescono copiosi fiotti di liquami fognai e acque reflue”. Questa condotta, già interessata negli anni scorsi di interventi per una presunta manutenzione e messa in sicurezza, continua a creare problemi sia per le infiltrazioni nelle pareti circostanti che per la fuoriuscita di miasmi ed odori, “una situazione segnalata ad Acqualatina ma senza i dovuti risconti”. I firmatari della richiesta d’intervento hanno allegato al sindaco di Formia Taddeo anche le istanze inviate e le contestuali risposte ricevute dal dirigente del settore Lavori Pubblici del comune, l’architetto Giuseppe Viscogliosi, “il quale ci ha risposto che stanno provvedendo a trovare i soldi per un intervento radicale”.
Naturalmente questo terzo esposto è stato inviato anche alle competenti autorità sanitarie “ma – hanno fatto sapere i firmatari della petizione – ci riserviamo di tutelarci presso le altre autorità competenti. Il Rio Fesco – viene evidenziato – “oramai da tanti anni non più oggetto di manutenzione e messa in sicurezza, versa in uno stato di degrado veramente ai limiti delle condizioni minimi di vivibilità per chi abita e risiede in zona, con tutti i rischi per la salute pubblica annessi e connessi”. Il letto del torrente è stata identificata come “un’osmotica area in cui convivono molteplici habitat innaturali: una vegetazione e piante di forma strana, na colonia di topi e pantegane di grandezza considerevoli, immondizia di tutti i tipi “plastica-carta-rifiuti in genere” che hanno generato una qualche piccola diga che non permette il deflusso in mare dell’acqua, tombini di una vecchia conduttura saltati che sono diventati ricettacolo di roba sudicia e puzzolente, perdita permanente di una condotta che passa sotto la piazza, da dove cade acque di scolo o altro di similari, trasportando al suo passaggio, un odore nauseabondo, una flora batterica delle più variegate, nel quale contesto trova un habitat più che consono. Ma a preoccupare è “la crescita esponenziale a cui nella parte finale del torrente “foce”, la vegetazione ha assunto. Un vero e proprio muro o argine che dir si voglia che le piante e gli arbusti hanno assunto, bloccando di fatto il naturale defluire delle acque.
“Questo per sottolinearle – concludono nell’esposto al sindaco di Formia – un altro aspetto, inerente la pulizia della parte finale del torrente. E’ una conditio sine qua non per avere un impatto meno deflagrante in caso delle sempre più violente ondate di maltempo che stanno più frequentemente colpendoci, utilizziamo il termine ‘bombe d’acqua’. E invece una pulizia ed una manutenzione ordinaria consentirebbe una miglior qualità di vita, meno problematiche per la salute pubblica e meno impatto su eventuali ondate di maltempo“.
A farsi portavoce delle legittime rimostranze di questi cittadini e commercianti di piazza Risorgimento (e non solo) è l’ex sindaco di Formia, l’attuale consigliere comunale della lista di opposizione “Un’altra Città” Paola Villa: “Da anni seguiamo questa storia… – ha dichiarato nel contributo video allegato – Dopo varie segnalazioni ancora non c’è soluzione. Scaricare liquami fognari a mare è reato penale!” – ha concluso.
CONTRIBUTO Video Paola Villa, consigliere comunale lista “Un’altra Città”
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