Cronaca

Formia / Incidente ferroviario mortale di Attilio Franzini, sono tre le persone ufficialmente indagate

FORMIA – Tutto come previsto. Sono tre le persone indagate – ma il numero è in predicato di cambiare – con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Attilio Franzini, l’operaio di 47 anni di Formia travolto venerdì scorso all’alba dal treno Intercity Roma-Trieste mentre lavorava sui binari nei pressi della stazione ferroviaria di San Giorgio di Piano, nel bolognese. La Procura del capoluogo felsineo ha inviato i primi avvisi di garanzia sulla scorta del contenuto delle dichiarazioni rilasciate dei colleghi dello sfortunato operaio formiano e dopo i sopralluoghi della Polfer finalizzati a verificare l’esistenza ulteriori eventuali responsabilità per la morte di Franzini.

Lo stesso sostituto procuratore Luca Venturi ha disposto nel frattempo il sequestro di documenti e di altro materiale utile a chiarire cosa sia successo in quella tragica mattina e verificando il motivo per il quale il Servizio infortuni della Asl locale sarebbe stato chiamato circa un’ora dopo l’investimento. Intanto sono stati secretati gli interrogatori di 15 colleghi di Franzini che per conto della “Salcef Group” di Roma – la ditta che aveva assunto 8 mesi l’operaio originario di Rio Fresco Scacciagalline – che aveva in appalto da Rfi la manutenzione dei binari nel tratto di linea tra Castel Maggiore e San Pietro in Casale. Queste maestranze che hanno assistito alla tragedia di Attilio intanto sono stati sospesi dal lavoro, probabilmente – si vocifera – per permettere loro di riprendersi dal trauma dell’incidente in cui ha perso la vita ’Puntina’, travolto dall’intercity mentre stava attraversando i binari dopo essere andato a recuperare dell’attrezzatura dal furgone parcheggiato poco distante, e stava rientrando nel cantiere in cui i colleghi erano al lavoro, sul binario 3.

La Salcef intanto ha ribadito di collaborare con gli inquirenti per fare piena luce sull’incidente. I primi avvisi di garanzia sono finalizzati a svolgere perizie tecniche irripetibili e interessati a parteciparvi sono il papà Gino e i fratelli Emanuele e Andrea di Attilio che, attraverso il proprio legale, l’avvocato e vice sindaco di Formia Giovanni Valerio, potrebbe nominare consulenti di parte. Per tentare di rispondere ad alcuni interrogativi: anche il binario 1 sarebbe dovuto essere interdetto al traffico ferroviario? Gli operai, attraversandolo, sono stati protagonisti da una tragica imprudenza per velocizzare le attività notturne o non sono stati adegutamente informati sul paventato pericolo? Di certo Attilio Franzini non è stato completamente investito dall’intercity diretto a Trieste. Aveva sì fratturati un braccio e una gamba ma il resto del corpo era intatto, tranne che per una ferita alla nuca riportata evidentemente battendo la testa al suolo. L’operaio di Foirmia ha tentato in extremis di salvarsi?

Intanto il maltempo non ha frenato martedì mattina i lavoratori che, scioperando per due ore, hanno dato vita a Bologna al sit in proclamato da Cgil, Cisl e Uil Bologna e dalle categorie confederali. “Le morti sul lavoro sono stragi sempre più continue e costanti – ha dichiarato Michele de Pascale, l’aspirante governatore del centro sinistra alle regionali dell’Emilia Romagna del prossimo novembre – Dobbiamo fare in modo che non accada mai più”.

E confusi tra i lavoratori arrabbiati c’erano i sindaci e i delegati di ben 46 comuni del bolognese: “Da oltre 30 anni – ha aggiunto Paolo Crescimbeni, sindaco di San Giorgio di Piano – abbiamo la stessa statistica di morti sul lavoro: oltre 1300 l’anno. Questo è inconcepibile”.

Gli ha fatto eco Michele Bulgarelli, segretario della Cgil Bologna:”Queste morti sul lavoro non sono una fatalità, sono un rischio calcolato figlio di un modo sbagliato di fare impresa. Occorre fare squadra anche a livello locale”

Gli si sono affiancati Enrico Bassani, segretario della Cisl Bologna e Stefano Lombardio della Uilm:” “Quanto è accaduto è l’ultimo episodio di una serie di omicidi collettivi. I manifestanti hanno poi invaso l’ingresso della stazione con i fischietti, usati “per scuotere le coscienze”.

 

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