Arce / Mottola diffamati, parte lesa nel processo contro Nandu Popu cantante dei Sud Sound System

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ARCE – Franco, Marco e Marco Mottola martedì mattina sono tornati simbolicamente nel Tribunale di Cassino. A pochi giorni dal deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione al termine del processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone, la famiglia Mottola era parte lesa nel procedimento promosso contro il cantante salentino Fernando Antonio Blasi, noto come Nandu Popu dei “Sud Sound System”. L’artista nel corso di un’esibizione tenuta il 5 agosto 2022 a Gallinaro avrebbe proferito frasi diffamatorie nei confronti dei componenti della famiglia Mottola a pochi giorni dalla prima assoluzione del processo Mollicone celebrata davanti la Corte d’Assise di Cassino.

Blasi disse testualmente una frase ritenuta lesiva: “Più forte…Serena, nessuna ingiustizia potrà mai cancellare la tua gioia di vivere, e quei pezzi di merda, anche se l’hanno passata liscia, saranno sempre mezzi di merda”. Il processo contro Nandu Popu è stato rinviato al 12 novembre 2024 per l’impedimento del giudice designato. Erano presenti l’imputato e i difensori della famiglia Mottola, gli avvocati Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe, Mauro Marsella, Enrico Meta e Fabio Quadrini e alcuni dei loro consulenti di fiducia il criminologo Carmelo Lavorino e l’esperto informatico Gaetano Bonaventura. La famiglia originaria di Teano e lo stesso Lavorino hanno, intanto, dato incarico al nutrito pool di avvocati di attivare il risarcimento civile per i danni subiti il 15 luglio 2022, quando all’uscita dal Tribunale di Cassino, dopo la prima sentenza d’assoluzione, vennero insultati, minacciati ed aggrediti da un folto gruppo di facinorosi.

Vennero individuati ben undici persone anche grazie ai filmati girati dalle varie emittenti e da alcuni colleghi giornalisti. I Mottola e il profesor Lavorino hanno dichiarato: “Stigmatizziamo e denunciamo sia l’intollerabile clima di caccia alle streghe e di violenza creato ad arte da alcuni soggetti che hanno strumentalizzato la voglia di patibolo e di giustizia sommaria della folla contro la famiglia Mottola”.