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Gaeta / Progetti di finanza Serapo, l’opposizione deposita una mozione urgente al presidente Speringo

GAETA – Mentre il sindaco Leccese si occupa del nuovo, il sesto, rimpasto di Giunta che vedrà entrare in squadra Luigi Coscione, le  minoranze attraverso i consiglieri Franco De Angelis, Emiliano Scinicariello e Sabina Mitrano hanno presentato una mozione urgente al presidente del consiglio comunale Davide Speringo (sarà inviata per conoscenza anche all’Autorità nazionale anti corruzione e all’Autorità per il mercato e la libera concorrenza, l’Agcm) per chiedere il riesame, al fine della revoca in autotutela, delle Deliberazioni di Consiglio Comunale numero 41,42,43,44 e 45 del 24 scorso con cui vennero approvate cinque istanze di project financing in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative e/o sportive sul lungomare di Serapo a Gaeta.

Si tratta di una mozione dettagliata e ricca di significati perché – a dire delle minoranze – l’applicazione dello strumento normativo del progetto di finanza disciplinato dagli articoli 193, 194 e 195 del Decreto legislativo 31 marzo 2023 n. 36 (Codice dei contratti pubblici) sarebbe stata superata per certi versi dal contenuto del decreto-legge approvato dal governo il 4 settembre, poi pubblicato il 16 settembre scorso, avente ad oggetto: “Disposizioni urgenti per l’attivazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedura di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”.

I consiglieri Scinicariello, Mitrano e De Angelis nella lunga mozione evidenziano come in occasione della fase istruttoria che precedette il consiglio del 24 agosto scorso avessero rilevato “alcune criticità amministrative, e non solo, a mezzo di quattro note alle quali non è mai stata fornita formale risposta”. “Non occorre procedere ad un approfondito esame delle cinque proposte di finanza di progetto approvate nella seduta di Consiglio comunale del 24 agosto 2024 per constatare – osservano i tre consiglieri comunali d’opposizione – che le stesse non corrispondono (in tutto o in parte) ai criteri della vigente normativa in materia”. In sintesi è stata contestato il contenuto della delibera di giunta numero 143 dello scorso 19 giugno che definiva le linee guida per la futura gestione del demanio marittimo: “..Il competente Dirigente era obbligato ad individuare, preventivamente, “i criteri e i requisiti per l’affidamento” soprattutto nella misura in cui, come riportato nelle cinque delibere consiliari del 24 agosto, si trattava di approvare ipotesi di istanze (comunque denominate) provenienti da privati…” .

“Tutto ciò non è avvenuto e i progetti di finanza in esame sono stati approvati dall’Amministrazione in violazione delle norme autoregolamentari che la stessa si è data – si legge nella mozione inviata al presidente Speringo – vi è il rischio di possibili ricorsi e azioni risarcitorie che risulterebbero molto onerose per il Comune”. L’argomento forte della richiesta di revoca delle cinque delibere compare nella parte conclusiva della stessa mozione. Si fa cenno ad una sentenza del Consiglio di Stato, la numero 9298 del 27 ottobre 2023, che statuisce la competenza dell’organo consiliare alla approvazione della proposta del promotore finanziario”.

Insomma – e questo il colpo a sorpresa – il consiglio comunale di Gaeta non aveva competenza ad approvare le proposte di cinque stabilimenti balneari: “Per giurisprudenza costante la decisione sulla proposta di finanza di progetto all’interesse pubblico spetta all’organo di governo dell’Ente cui la proposta medesima è indirizzata, cioè alla Giunta municipale – aggiungono De Angelis, Scinicariello e Mitrano – L’attività successiva concernente l’attivazione dell’evidenza pubblica spetta al dirigente del competente Dipartimento. Peraltro è sufficiente fare una semplice ricerca per verificare che in tutti i Comuni che hanno approvato una proposta di project financing la dichiarazione di pubblico interesse è stata fatta con deliberazione di giunta comunale”. Secondo le minoranze di centro sinistra “quando la giurisprudenza ha affermato la competenza del Consiglio, o i Comuni hanno approvato i progetti di finanza con delibere di Consiglio, ciò è avvenuto perché con le deliberazioni di Consiglio si è proceduto, ad esempio, a modificare il Prg (variante), a modificare/integrare il Piano Triennale dei Lavori pubblici a modificare per la parte d competenza il DUP (Documento Unico di Programmazione) e altre ipotesi similari in cui la competenza del Consiglio viene in rilievo per il tipo di provvedimento che si intende approvare e non per il progetto di finanza in quanto tale e la relativa dichiarazione di pubblico interesse.

La valutazione in merito alla fattibilità di una proposta di project financing implica scelte di natura eminentemente politica, di per sé non delegabili: per cuil’ampia discrezionalità amministrativa che connota tale fase di valutazione, infatti ha portato la giurisprudenza a ritenere che, in caso di project presentato ad un ente locale, la dichiarazione di pubblico interesse sottesa al giudizio di fattibilità di una proposta sia appannaggio esclusivo degli organi di governo ovvero la Giunta Municipale”. Le minoranze, concludendo, tornano alla carica per chiedere la pubblicizzazione, attraverso lo svolgimento di vere e proprie gare d’appalto, dei bandi: “Deve avvenire nel corso del 2025 in modo da poter procedere agli insediamenti dei nuovi concessionari al più tardi nel 2026” . Con una caratterizzazione che alimenterà nuove ed ulteriori polemiche: “Il sindaco si impegni a fornire, nelle forme di legge e per il tramite degli organi competenti, indirizzo ai competenti Uffici Comunali che nei bandi relativi alle concessioni in esame venga inserita specifica clausola che impegni i partecipanti ad allegare alla documentazione di gara, a pena di esclusione dalla procedura concorsuale, una autonoma sottoscrizione inerente la dichiarazione di impegno a riconoscersi nei principi della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo”. Anche a Gaeta.

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