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Gaeta / Portualità: Magliozzi chiede di nuovo il commissariamento di Musolino, chi è davvero il sindaco?

GAETA – Ma è davvero Cristian Leccese in questo momento il sindaco di Gaeta? L’interrogativo non ha un carattere provocatorio ma in questo momento storico della consiliatura, prossima ad effettuare il giro di boa, il vero primo cittadino in pectore di Gaeta è chi è veramente lo è stato in un’altra era glaciale fa (dal 2002 al 2006), il consigliere comunale di Forza Italia Massimo Magliozzi. Nonostante i suoi temporanei problemi di salute (che gli auguriamo di cuore che li risolva quanto prima possibile ), l’ex Capitano sta attraversando davvero un momento magico dal punto di vista politico e anche amministrativo che l’interessato neppure ottimisticamente avrebbe immaginato di beneficiare. Il 24 agosto in pieno consiglio comunale ha definito senza peli sulla lingua “camerieri” i vertici dell’apparato burocratico amministrativo e della stessa amministrazione comunale di Gaeta, “colpevoli” di approvare una “schifezza” di progetto in variante al Prg per la realizzazione, da parte della “Pida srl”, di una casa di riposo nel quartiere di Calegna.

Il presidente del consiglio comunale Davide Speringo, risentito (ma non troppo) e rassegnato per le velenose dichiarazioni del consigliere comunale Magliozzi, aveva annunciato che la delibera concernente la tardiva approvazione del progetto sarebbe stata inviata alla Procura della Repubblica per accertare la presenza o meno di violazioni di legge a difesa e tutela dell’onorabilità e dell’immagine del massimo consesso civico di Gaeta. La delibera approvata il 24 agosto è stata pubblicata dopo un mese e, a distanza di un mese, il consigliere comunale di Forza Italia continua a ostentare serenità e pacatezza: “Quello che pensavo l’ho detto e se qualcuno se sente diffamato mi denunciasse”. Non l’ha fatto nessuno. O almeno. Trascorrono i giorni ed il consigliere capitano Magliozzi è tornato a dare – come si dice – le carte per concretizzare la nomina ad assessore (ai Lavori Pubblici e, fors’anche, alla Polizia locale) del primo dei non eletti (l’ex consigliere di minoranza ed ex presidente della commissione Trasparenza del comune Luigi Gaetani) della sua lista creata a sua immagine e somiglianza, “Azione Popolare”.

Se Gaetani già nel corso della prossima settimana diventerà il nuovo (il sesto) assessore della Giunta Leccese in meno di due anni e mezzo dall’inizio della consiliatura significherà che l’ex sindaco Magliozzi il 24 agosto non ha offeso nessuno e tantomeno il suo successore Cristian Leccese che sta per nominare legittimamente Gaetani assessore del comune di Gaeta. Che la Consab di piazza XIX Maggio abbia sospeso per ecceso di rialzo le azioni del capitano Magliozzi la conferma, puntualissima, da un nota (su carta intestata del comune) con cui la Giunta gaetana si stia autoisolando sempre di più rispetto all’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale. E’ l’ex Autorità portuale del Lazio che, grazie all’apporto dell’ex sindaco azzurro Magliozzi, oltre 20 anni fa decise di avere in custodia il porto commerciale più importante tra Roma e Napoli, quello (per l’appunto) di Gaeta. L’Adsp sotto il decennale mandato amministrativo del sindaco Cosimino Mitrano ha finanziato il potenziamento del “Salvo D’Acquisto” e la riqualificazione del water front della città da Calegna sino a Piazzale Caboto contribuendo ad ottenere la destagionalizzazione e a migliorare l’appetibilità turistica della città. E ora che fa Magliozzi “cuore ingrato” (forse sotto dettatura)? Ha chiesto, per la seconda volta, in qualità di delegato alla portualità e ai rapporti con l’Adsp di Civitavecchia il commissariamento del presidente Pino Musolino.

Magliozzi avrebbe potuto utilizzare i dati “fermi” riguardanti la movimentazione delle merci sule potenziate banchine del porto commerciale di Gaeta per denunciare la “gestione inadeguata” del presidente Musolino. E invece prende in prestito il contenuto di un servizio giornalistico del Corriere della Sera circa un “drastico calo del traffico merci nel porto di Civitavecchia che l’ha posizionato agli ultimi posti tra i maggiori scali italiani” per ribadire, dopo la prima esternazione estiva del 14 agosto, che il veneziano Musolino deve lasciare il posto di comando di Molo Vespucci a Civitavecchia. “Sotto la sua guida – ha constatato Magliozzi, – il porto di Civitavecchia ha subito un vero e proprio tracollo. I numeri parlano chiaro: un calo vertiginoso nei traffici di prodotti alla rinfusa, di container e di veicoli. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento immediato”.

Le criticità non si limitano ai dati meramente economici, ma toccano anche altri profili. Magliozzi ha osservato come l’Autorità di Sistema Portuale “sia stata coinvolta in contenziosi legali, conclusi con la condanna al reintegro di un dirigente ingiustamente licenziato. Inoltre, la Corte dei Conti ha bocciato un importante finanziamento di 35 milioni di euro per la realizzazione di opere infrastrutturali cruciali per lo sviluppo del porto. Alla luce dei risultati “poco lusinghieri”, queste emergenze e le criticità insorte, dimostrano una grave negligenza da parte dei vertici dell’Autorità Portuale. Non solo si è assistito a un declino economico, ma anche a una gestione poco trasparente e a scelte che hanno danneggiato l’immagine e la mission dell’ente”.

Il delegato alla portualità ha deciso di prendere atto come le “tensioni interne” e divergenze nell’ex Autorità Portuale, alla luce dei presunti contrasti tra il Presidente Musolino e il Segretario Generale, abbiano paralizzato l’attività dell’ente e hanno impedito lo sviluppo di progetti strategici per il territorio”.”l porto di Civitavecchia – ha concluso Magliozzi- è una risorsa fondamentale per l’economia locale e regionale. Non possiamo permetterci che continui a declinare a causa di una gestione inadeguata. Chiedo al Ministro Salvini di intervenire con urgenza ed incisività commissariando, senza ulteriori ritardi l’Autorità di Sistema Portuale”. Peccato che l’esuberante Magliozzi, in qualità di delegato alla portualità della Giunta Leccese, parli del porto di Civitavecchia piuttosto che di quello di casa che si trova a vivere da anni una perdurante e pericolosa crisi d’identità circa il suo futuro. Magliozzi sul piano politico, poi, è rimasto però solo. Continua a rinnovare le sue legittime perplessità ma non lo fa più in tandem con il capogruppo di maggioranza di “Gaeta Tricolore” Marco Di Vasta, nel frattempo diventato capo di gabinetto del presidente della commissione Sviluppo della Regione Lazio Enrico Tiero. Quando la ragione del cuore non si abbina a quella di Stato.

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