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Ventotene / Contro il rischio di frane, sull’isola la sperimentazione del progetto “Ventotene Fied Lab”

VENTOTENE – Sta suscitando interesse in tutta Europa la sperimentazione promossa a Ventotene dal “Ceri”, il Centro di ricerca sui rischi geologici dell’università “La Sapienza” di Roma che, concretizzando l’innovativo (e molto apprezzato) progetto europeo “H2020 Triquetra”, ha permesso ad una falesia di diventare, in località Punta Eolo, un laboratorio per sperimentare soluzioni innovative per prevenire e contrastare fenomeni franosi e dunque, predire distacchi lungo il periplo della seconda isola pontina. Quanto si sta realizzando non molto lontano dall’area archeologica di Valle Giulia è stato, non caso, l’argomento unico della seguitissima rubrica scientifica “Futuro 24” che dal 14 al 20 ottobre, condotta dal bravissimo e preparato collega Andrea Bettini, ha fatto parte del palinsesto quotidiano di Rainews 24.

Supervisore scientifico del progetto denominato “Ventotene Fied Lab” è il professor Salvatore Martino, impegnato a coordinare una speciale task force ( la cui attività è seguita da oltre 40 tra ricercatrici e ricercatori facenti capo a sei diverse nazioni europee) che ha messo in campo un progetto ambizioso e dall’alto valore scientifico che consentirà prevenire gli eventi franosi monitorando in tempo reale l’impatto delle acque sulla costa per la mitigazione del rischio idrogeologico. Il professor Martino ha raccontato alla troupe di “Futuro 24” come il progetto inaugurato lo scorso maggio in occasione di un convegno si sia concretizzato con l’installazione in mare nel tratto antistante l’area archeologica di Villa Giulia, di alcuni sensori necessari per verificare l’impatto del moto ondoso sulle coste.

Hanno la capacità di trasmettere i dati in tempo reale al gruppo di studio della “Sapienza” che, oltre a verificare i risultati, ha ora maggiori possibilità di prevenire eventuali eventi franosi a Ventotene. Questa sperimentazione, riuscita, potrebbe essere applicata in altre isole minori italiane e la sua peculiarità, attraverso l’utilizzo dei sensori subaerei e subacquei, è quella di studiare l’impatto delle onde marine, del vento e di altri fenomeni atmosferici sulle coste rocciose purtroppo interessate da frane. Se l’obiettivo è quello di realizzare uno studio conoscitivo dei fenomeni che mettono a rischio le fragili falesie dell’isola pontina – insomma sarà possibile costruire un sistema di controllo in grado di simulare scenari di medio e lungo termine, il “Ventotene FieldLab” si è posto l’obiettivo di promuovere (chissà sulla stessa isola) l’organizzazione di una scuola di alta formazione per studiosi del monitoraggio ambientale e geologico e di un vero polo di alta specializzazione per la sostenibilità del patrimonio archeologico e culturale.

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