Formia / “Giorni di Suor Ambrogina”, le iniziative per chiedere la beatificazione della religiosa di Maranola

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FORMIA  – Moltiplicare gli sforzi perché nell’anno in cui ricorre il 70° anniversario della sua prematura scomparsa Suor Ambrogina di San Carlo, al secolo Filomena D’Urso, guadagni al più presto gli onori degli altari. Quelli in programma da giovedì sino a domenica prossimi saranno i “Giorni di Suor Ambrogina”, la religiosa che, dichiarata Venerabile da Papa Francesco il 18 dicembre 2018, sarà al centro di alcune interessanti iniziative di cui sarà protagonista il nipote, il professor Fernando Sparagna, grazie al libro, il terzo della serie, che lo storico ed apprezzato docente di latino e greco presso il liceo classico “Vitruvio Pollione” di Formia ha scritto sull’opera e la figura di religiosa che attende soltanto di essere dichiarata santa. La spiritualità di “Suor Ambrogina sarà evidenziata mercoledì sera, alle 18.30, nel corso di un incontro in programma presso la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea nella frazione di Trivio.

Il giorno dopo, alla stessa ora, la chiesa dell’Annunziata della frazione di Maranola in cui è nata Filomena D’Urso il 1 gennaio 1909, ospiterà una veglia di preghiera proprio con i testi di Suor Ambrogina alla cui memoria nella giornata del 25 ottobre sarà intitolata, 10.30, la salita dell’ex convento mentre alle 18 l’arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, presiederà una celebrazione eucaristica. “I giorni di Suor Ambrogina” terminerà domenica 27 ottobre, alle 19, con la presentazione del libro del professor Sparagna presso la chiesa del Villagio Don Bosco di Formia.

Il titolo del testo è tutto un programma, “Mia zia, la venerabile suor Ambrogina di san Carlo”. E’ stato scritto e pubblicato nell’anno – come detto – in cui ricorrono i 70 anni dalla morte di una religiosa che nella realtà di Maranola è considerata santa da quando, il 26 marzo 1954, vennero celebrati, nella cappella di Varlungo, in provincia di Firenze, i funerali di una suora che aveva compiuto soltanto 46 anni.

Ma chi era Suor Ambrogina? Aveva vissuto a Maranola sino a quando, il 6 febbraio 1928, era partita per diventare suora a Roma. Nella capitale aveva svolto il probandato mentre a Perugia, l’anno dopo, concluse l’anno di noviziato ( dopo la professione dei voti) mutando il suo nome, appunto, da Filomena a suor Ambrogina di san Carlo. Il professor Sparagna nel libro dedicato alla zia materna ripercorre le sue ultime vicissitudini terrene. Si consumarono – come detto – a Varlungo, in provincia di Firenze, presso l’istituto in cui operava la congregazione di cui faceva parte, quella fondata dalla madre francese Victorine Le Dieu. La suora di Maranola si distinse nel badare ad un gruppo di ragazze – per lo più orfanelle, bimbe abbandonate o appartenenti a famiglie di limitate condizioni e con problemi familiari – affidato dallo Stato alla cura e responsabilità delle suore appartenenti alla congregazione fondata dalla francese Le Dieu. L’attività di educatrice di queste fanciulle durò sino quando glielo permisero le condizioni di salute. Purtroppo peggiorarono gradualmente e suor Ambrogina rimase immobilizzata presso l’infermeria dell’istituto in cui morì nel marzo 1954 “sopportando forti dolori ma raggiungendo le alte vette della santità”.

Nel libro il professor Sparagna ricorda come questa profondissima devozione per questa sua zia gli sia stata trasmessa dalla madre Angelina, un ardore religioso a cui hanno creduto anche tutti i suoi fratelli. Il libro di Sparagna ha ora il merito di sottolineare, dall’alto della sua riconosciuta onestà intellettuale, come la devozione ed il fervore di tanti maranolesi nei confronti di questa suora abbiano conosciuto nel corso di questi 70 anni alti e bassi.. ”quasi spegnendosi”.

“Mi sentii fortemente spinto a scrivere nel 1988 il libro Una vita per l’Eucaristia- Suor Ambrogina di san Carlo – ricorda ora il professor Sparagna – Ebbe la capacità di ridestare la fiamma dei sentimenti riguardanti la Serva di Dio. In seguito alla conoscenza della sua vita, della spiritualità e fama di santità, prodotta dalla lettura, si sono avvicendati vari fatti che hanno allargato e rafforzata la sua devozione”. Si sono costituiti in diverse località italiane diversi gruppi di preghiera e si sono svolti anche congressi sulla personalità umana, religiosa e mistica. Diede il suo contributo anche il professor Antonio Forte, il fondatore dell’associazione culturale “Il Setaccio” e organizzatore dell’annuale edizione della “Settimana del teatro amatoriale” che ha voluto scrivere e portare in scena sul conto di Suor Ambrogina “un’opera teatrale di spiccato valore che, rappresentata in diverse località del comprensorio, ha permesso una più ampia conoscenza di mia zia”.

Si è creato, poi, anche un movimento popolare che ha promosso ed ottenuto la traslazione dei resti mortali di suor Ambrogina dal cimitero di Soffiano, in provincia di Firenze, a Maranola nel 2004 e la definitiva deposizione nel 2006 dei suoi resti nella chiesa di dell’Annunziata in una nicchia impreziosita anche da una artistica lapide bronzea dello scultore maranolese Gerardo De Meo.

La famiglia Sparagna sperava che avesse un seguito il processo canonico al termine del quale Papa Francesco il 18 dicembre 2018 aveva dichiarato Venerabile Suor Ambrogina: “Il Santo padre – ricorda il professor Sparagna – aveva accolto e ratificato il giudizio di eroicità nella pratica delle virtù, espresso da tutti i membri facenti parte della Commissione esaminatrice della Congregazione delle cause dei Santi. Erano state esaminate con massima attenzione e prudenza tutte le fasi, che hanno caratterizzato le varie tappe della processo canonico”. Sparagna ammette di aver scritto un terzo libro dopo essersi reso conto come non fosse ottimale la conoscenza in tutto il territorio della Chiesa di Gaeta di questa suora maranolese. In quest’ottica l’autore ha deciso di differenziare l’impostazione del testo “con una diversa e non usuale organizzazione della materia agiografica. Infatti – ha osservato – non contiene la solita storica biografia che segue tutte le tappe temporali terrene di un santo. Mi è sembrato più efficace presentare la vita di “Zia”, attraverso la trattazione e lo sviluppo di temi vari e collegati con una certa legame temporale, evitando di cadere in una sorte di ripetizione del mio primo libro Una vita per l’Eucaristia. Suor Ambrogina di san Carlo”.

Il racconto, come confermano i primi giudizi, è meno pesante, la lettura più stimolante e nello stesso tempo gli argomenti rimangono fissi nella mente del lettore grazie ad u linguaggio semplice e adatto alla comprensione di tutti; ma per evitare la fredda narrazione che produce una lettura che potrebbe apparire stimolante, il professor Sparagna spiega la ragioni per trasmesso al lettore sentimento quasi parentale con la protagonista. Viene indicata con l’epiteto “Zia” che dal greco significa “Divino, divina”.

“Con tutto il cuore mi auguro che da questo testo – ha concluso il professor Sparagna – scaturisca un ardente stimolo a invocare, a pregare, ad imitare la nostra Venerabile, amando, come ha fatto lei, con sempre più vigorosa fede la divinissima Eucaristia, forza e potente sostegno in tutti i momenti della nostra vita. Ci viene mai da pensare sarà la gioia, quando questa nostra umile figlia del Popolo, salirà agli onori degli altari e, dichiarata solennemente santa dalla Chiesa, sarà pregata da gente di tutto il mondo?”. Un libro può contribuire a dare una risposta positiva anche a questo interrogativo? Pare di sì alla luce di una significativa lettera che la segreteria di Stato ha inviato al professor Sparagna dopo che la sua ultima fatica letteraria il 4 agosto è finita sulla scrivania di papa Francesco. “Il Santo padre, grato per i sentimenti che hanno suggerito il filiale gesto, assicura il ricordo – ha scritto Monsignor Roberto Campisi – nella preghiera rammentando la grande bontà di Suor Ambrogina, donna umile, dedita al lavoro e disponibile verso tutti. La sua fede l’ha accompagnata attraverso prove e incomprensioni – scrive il rappresentante della segreteria di Stato di Sua Santità – e soprattutto ha radicato in lei il senso di appartenenza incondizionata al Cuore di Gesù”.