GAETA – La Corte dei Conti faccia chiarezza sulla mancata attivazione del Centro di alta diagnostica all’interno dell’ospedale “Monsignor Luigi Di Liegro” di Gaeta. La richiesta è del Movimento Cinque stelle che chiede l’intervento della magistratura contabile per censurare una circostanza: i macchinari inutilizzati da un anno e mezzo nei locali dell’ex ospedale “Di Liegro” e un protocollo tra l’Asl di Latina ed il Comune di Gaeta (risalente al 2020, scaduto, e mai realizzato) “resteranno a priori una ferita indelebile per la nostra intera comunità”.
Simone Avico del M5S tiene a precisare come “quattro anni dopo proclami e buone intenzioni da parte delle Istituzioni non è rimasto nulla”. Il movimento grillino esordisce con un presupposto “se non avessimo nel marzo posizionato il tema al centro del dibattito è più che probabile che sarebbe finito nel dimenticatoio”. L’assessore ai servizi sociali Massimiliano Maselli dichiarò, rispondendo ad un’interrogazione, che mancare era soltanto l’autorizzazione dei Vigili del Fuoco. A incendiare il dibattito sono state dichiarazioni rilasciate dal dottor Giuseppe Ciarlo che nella qualità di direttore del dipartimento delle attività distrettuali e di direttore Sostituto del Dea di 1 Livello che “le nostre perplessità su dimenticanze/ritardi in merito alla richiesta di accreditamento si sono rivelate più che fondate”. In questi mesi, poi, si sono susseguite presso i locali, pronti, del centro di alta diagnostica, decine di visite da parte di tecnici, assessori regionali, dirigenti e istituzioni “accompagnate da dichiarazioni fuorvianti dopo che per quattro anni il silenzio è stato assoluto protagonista”.
Il Movimento Cinque Stelle pone nel mirino anche l’ex sindaco di Gaeta e consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano che “qualche giorno prima delle elezioni europee dichiarò che il Centro era già pronto e sarebbe entrato in servizio. Aggiunse persino di lasciare l’inaugurazione all’indomani del voto elettorale per non creare “imbarazzi”.
Perché l’ “inevitabile scelta” di rivolgersi alla Corte dei Conti? Ecco la risposta di Avico: “Circa 750mila euro di macchinari, tra cui una Tac, due ecografi e un mammografo derivanti dalle donazioni ricevute in epoca Covid dal Comune di Gaeta e altrettante decine di migliaia di euro sono stati spesi dall’Asl di Latina per ristrutturare i locali nell’ex Ospedale di Gaeta, ma non solo. La prospettazione del possibile danno erariale e le eventuali soggettive responsabilità dei soggetti pubblici nella questione ricadono poiché la mancata attivazione del Centro di Alta Diagnostica ha comportato – si legge nell’esposto – oggettivamente il rilevante mancato incasso dei ticket sanitari da parte della stessa Asl di Latina, il conseguente obbligo per i cittadini di rivolgersi a strutture sanitarie private, convenzionate o non, per effettuare le necessarie visite con notevole personale esborso economico. La mancata attivazione del centro diagnostica ha contribuito a tanti cittadini che hanno una posizione economica carente di rinunciare “alle cure con il loro peggioramento da un punto di vista medico/sanitario. Il non utilizzo dei macchinari presenti, unitamente ad una scarsa loro manutenzione, può aver recato danni tecnico-funzionali gravi”.
Il Movimento Cinque Stelle aggiunge “doveroso” rimarcare come “alla scadenza triennale del protocollo se le attrezzature non fossero state allocate in funzione all’interno del territorio di Gaeta le stesse sarebbero dovute ritornare in possesso del Comune donatore. Non sappiamo quando e se sarà raggiunto l’obiettivo di poter usufruire del centro di Alta Diagnostica nel pieno delle sue funzioni, 12 ore al giorno e 6 giorni settimanali, ma – ha concluso Avico – è chiaro che oltre a ciò è nostro dovere fare chiarezza nell’interesse esclusivo della collettività”.