FORMIA – Hanno avuto davvero torto coloro che hanno disertato sabato sera la lectio magistralis che l’ex presidente del consiglio dei ministri ed ex segretario nazionale del Partito Democratico Enrico Letta ha tenuto presso l’auditorium della chiesa parrocchiale del villaggio Don Bosco di Formia nell’ambito di un interessante e qualificato percorso teorico pratico di formazione politica che, dal titolo “Lab! artigiani di democrazia” è stato promosso dall’ufficio di Promozione sociale dell’arcidiocesi di Gaeta. La relazione di Letta è stata mutuata da un suo libro “Europa. Molto di più un mercato” che, edito da Il Mulino, sintetizza un viaggio che il presidente del prestigioso istituto “Jacques Delors” ha effettuato dal settembre 2023 al marzo scorso mei 27 paesi in cui ha visitato 65 città e tenuto 400 incontri. Letta è stato incaricato dal consiglio dell’Unione Europea e dalla stessa commissione a preparare il piano di rilancio dell’integrazione economica. E prima di offrire il suo resoconto sugli incontri con i rappresentanti dei governi nazionali, delle istituzioni, della società, delle università e dei think-thank, l’ex premier, più volte interrotto ed applaudito, è stato accolto dai saluti del vario generale dell’arcidiocesi di Gaeta e neo assistente unitario dell’Azione cattolica diocesana monsignor Mariano Parisella, dal parroco del Villaggio don Bosco, don Mariano Salpinone e dall’attivo direttore dell’ufficio della pastorale sociale don Francesco Contestabile“.
“Mi è stato chiesto di effettuare questo viaggio – ha detto Letta nell’intervista video allegata – raccomandandomi di non fermarmi nelle capitali dei 27 paesi… Ho deciso di andare nelle periferie, di incontrare i cittadini e di effettuare questo viaggio in treno perché e un mezzo di trasporto green. Purtroppo i treni veloci si fermano ai confini di ciascun paese dell’ Unione. Sono partito in treno perché non solo si sta con i piedi per terra, ma anche perché si possono incontrare le persone, ma l’alta velocità si ferma alle frontiere e non collega le capitali. Siamo avanti in tanti settori ma non siamo connessi tra paesi dell’Unione Europea. Lo stesso avviene per l’energia. Ogni paese pensa per sé. In sostanza l’Europa continua ad essere su vari piani come un insieme di staterelli. L’Europa continua ad essere separata ‘dentro’, continua a restare frammentata, lo stesso avviene per le telecomunicazioni, l’energia e i mercati finanziari. Siamo divisi”.
“L’effetto è che abbiamo perso velocità e forza e siamo stati superati – ha aggiunto Letta – Questa è non solo l’impressionante ma è il dato di fatto: la realtà. E questo non è colpa di Bruxelles. La responsabilità è dei singoli Stati che non vogliono integrarsi. Ciò determina l’avere a disposizione poche risorse da investire”. L’ex segretario Dem ha sottolineato i cambiamenti epocali degli ultimi vent’anni: “Allora l’Italia ‘pesava’ come Cina ed India messi insieme, adesso Cina ed India pesano un quarto dell’economia mondiale e l’Italia è a distanza”. Jacques Delors, il papà del mercato unico, aveva posto l’accento sulla libertà di circolazione dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone. Con queste quattro libertà è cambiata la forza dell’Europa perché “è scattata la concorrenza e i costi si sono abbassati e l’Europa è riuscita a restare protagonista in vari ambiti. Dunque se la può calcisticamente ancora giocare, ma manca qualcosa che deve fare la differenza: tecnologia, ricerca e innovazione. Occorrono anche questa libertà. Enrico Letta ha avanzato alcune proposte nel suo rapporto e, tra queste, la proposta di “imporre” ai 16 anni, di vivere un periodo di studio all’estero utilizzando lo strumento dell’Erasmus. A sostenere questo investimento deve essere tutto, naturalmente, la stessa unione Europea “per consentire a chi non possiede possibilità economiche di poterlo fare. Questo permetterà a tutti di studiare e di imparare una lingua ma anche di studiare con gli altri giovani di paesi diversi. Si imparerà più facilmente una lingua e ci si confronterà con un orizzonte e realtà più ampio”.
La parola integrazione, delle forze e delle risorse , è più volta echeggiata nell’intervento di Letta: “Solo in questo modo l’Europa sarà capace di competere con l’America e la Cina”. Nella seconda parte dell’incontro Letta ha risposto a molte domande dei giovani partecipanti a questo percorso formativo, “alcune mi hanno davvero impressionato per la loro profondità” ha aggiunto l’ex presidente del consiglio – sottolineando la “forza” di un auspicio: è necessario una maggiore più forte e più radicale integrazione tra tutti gli stati europei…in attesa che si concretizzi favorevolmente un nuovo ampliamento dei confini ai Paesi Balcanici e all’Ucraina”.
“Siamo stati fortunati a nascere in Europa nel secolo giusto”. Con queste parole conclusive si è congedato Letta al termine di un’ applaudita conferenza cui hanno partecipato diversi altri sacerdoti diocesani e politici di Formia e Minturno (in seconda fila erano seduti accanto l’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo l’attuale primo cittadino di Minturno e presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli) dobbiamo fare di tutto per non sprecare il destino che abbiamo ricevuto in eredità”.
Il libro di Letta è un inno all’Europa ma anche “una chiamata all’azione per essere degni della sua grandezza”.
Intervista Enrico Letta, presidente istituto Jacques Delors Parigi
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