Formia / Antenna 5G nel Parco di Gianola, avviata procedura d’urgenza al Tribunale di Cassino

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FORMIA – Un procedura d’urgenza al Tribunale di Cassino per bloccare quell’antenna che fa paura. L’hanno promossa nelle ultime ore, secondo quanto prevede l’articolo 700 del Codice di procedura civile, il neo comitato “Noi del Parco…” che ha chiesto l’intervento degli avvocati Luigi Parenti e Mauro Piscopo per bloccare quello che viene definito “uno scempio a fronte dell’insensibilità” della Regione Lazio, del comune di Formia e soprattutto dell’ente Parco Riviera di Ulisse. Il comitato ha deciso di assumere questa denominazione per salvaguardare e tutelare l’area su cui è stata montata (ma non è ancora attiva) un’antenna alta poco più di venti metri, in via delle Vigne, non molto lontano dall’area ex discoteca Seven Up.

Si tratta di un impianto 5G di proprietà di una società che, collegata alla Wind, insiste in una “riserva naturale ed area protetta sottoposta a molteplici vincoli” La necessità di promuovere il procedimento d’urgenza davanti il Tribunale di Cassino, dopo l’ìnvio di una serie di esposti e diffide, trova diverse giustificazioni.

“Innanzitutto per gli effetti che tali istallazioni possono inficiare ed incidere sul benessere e la salute  di tutti i cittadini nonché della fauna selvatica – hanno commentato gli avvocati Parenti e Piscopo – Poi per le incomprensibili ragioni che hanno indotto gli Enti preposti al rilascio delle varie autorizzazioni prive di valide motivazioni giuridiche e inoltre, per il mancato riscontro e totale disinteresse alle varie istanze avanzate agli enti coinvolti (Comune di Formia, Regione Lazio, Ente Parco Regionale Riviera di Ulisse) che con questo comportamento necessariamente hanno determinato il prosieguo dell’azione legale”.

“Siamo basiti per il comportamento dell’ente parco – hanno commentato diversi cittadini residenti in via delle Vigne – Avvia un monitoraggio sul colore delle nostre case ed abitazioni e poi autorizza con alcune prescrizioni, l’installazione di un’antenna in una zona fortemente antropizzata oltre che tutelata”.

A tentare di dare risposte a questa contradditoria considerazione sarà il giudice civile del Tribunale di Cassino.