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Formia / Sopralluogo alloggio Bardellino confiscato, il dirigente D’Angelo sporge denuncia per “fuga di notizie”

FORMIA – Una fuga di notizie su un argomento definito “molto sensibile”; la richiesta di accesso a tre alloggi confiscati alla famiglia Bardellino, in via Giorgio La Pira, nel quartiere di Vindicio a Formia. E’ stato questo l’argomento della lunga permanenza lunedì del dirigente del settore Urbanistica del comune di Formia Pietro D’Angelo presso gli uffici del commissariato di Polizia. Ha presentato una querela contro ignoti relativamente alla diffusione di una lettera, che sarebbe dovuta rimanere riservata, con cui l’alto dirigente del comune chiedeva l’intervento della Polizia e dei Carabinieri della locale Compagnia ad effettuare un sopralluogo presso gli immobili confiscati dallo Stato alla famiglia Bardellino ed assegnati, uno di loro, nell’ottobre 2021 dall’ex commissariato Prefettizio del comune di Formia Silvana Tizzano alla sezione navale della Guardia di Finanza.

La consegna, attraverso un contratto di comodato d’uso, c’è stata ma il comune ma non ha mai effettuato – come avrebbe dovuto – i lavori di riqualificazione perché “impegnativi sul piano finanziario”. Sino a quando lo scorso agosto l’ex sindaco di Formia Paola Villa in seno alla commissione “Beni confiscati” chiedeva di effettuare un accesso per verificare l’agibilità e soprattutto l’abitabilità dei tre alloggi. D’Angelo aveva fornito due date disponibili, il 22 ed il 29 ottobre, che sono state anticipate dalla stampa la scorsa settimana. Da qui la richiesta alla Polizia di individuare ora gli autori di questa fuga di notizie.

La presunta responsabile, la professoressa Villa, intanto ha chiamato in causa la Prefettura di Latina per quella che ha definito “l’inverosimile procedura” seguita dall’architetto D’Angelo. Il dirigente è stato accusato di aver fatto il suo nome tra i destinatari di una “riservata” e di aver anticipato lo svolgimento dei due accessi – quello di martedì dopo il coinvolgimento della Polizia è stato annullato a data da destinarsi – a chi non era titolato a saperlo.

Non la pensa così l’architetto D’Angelo che si difende affermando di aver scritto alla dirigente della Polizia Locale Giuseppina Sciarra (aveva inoltrato la lettera anche ai Carabinieri) per organizzare il sopralluogo specificando come nessuna comunicazione alle parti sia stata inviata. E’ prassi della Polizia Locale comunque avvisare le parti (e questa circostanza non sarebbe stata ancora espletata) secondo quanto prevede l’articolo 650 del codice Penale affinché possano aprire i siti di sopralluogo ed essere presenti per il contradditorio con i loro tecnici. Insomma è una procedura che si applica per tutti a prescindere dal cognome che hanno. Il comune si difende affermando che un sopralluogo, quando ci sarà, durerà davvero poco “in quanto non parliamo di costruzioni abusive in corso bensì di immobili realizzati più di 40 anni fa”.

Il comune di Formia si sta apprestando a redigere una nota ufficiale – secondo quanto è trapelato – perché sarebbe stata equiparata la ripartizione tecnica ad un corpo speciale delle forze dell’Ordine. L’architetto D’Angelo lo predica da settimane: l’ufficio tecnico del comune effettua accertamenti solo di natura urbanistica ed edilizia compiendo controlli sugli edifici e non sulle persone che li abitano. Paola Villa è stata accusata anche dalla presidente della commissione Beni Confiscati del Comune di Formia, l’avvocato Renata Ranucci, di aver rivelato all’esterno note interne “snaturando e modificando” il loro contenuto. La controreplica del capogruppo di “Un’altra città” è stata piccata: “In questa storia la parte lesa sono soltanto io – ha commentato Paola Villa – è stato fatto il mio nome in una richiesta di sopralluogo quando io ho proposto in commissione due mesi fa di verificare l’esistenza dell’abitabilità di quegli alloggi per i quali lo stesso comune avrebbe manifestato l’orientamento di accendere un mutuo per riqualificarli. Io di certo, quand’ero sindaco di accessi del genere ne ho effettuati diversi e mi mettevo d’accordo con la comandante della Polizia Locale come e quando svolgerlo. E se avevo qualche riserva su qualche funzionario propostomi lo dicevo pure”.

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