FORMIA – Era davvero pesante l’ipotesi accusatoria mossa dalla Direzione Distrettuale antimafia – competente per questo tipo di reato – nei confronti di Giovanni Di Gennaro, il maresciallo, di 54 anni, originario della provincia di Salerno, che il 22 settembre 2020 prestava servizio presso la Compagnia dei Carabinieri di Formia. Il militare, da anni residente e molto stimato a Formia, rispondeva di un reato molto in voga (alla luce di una serie di delicatissime inchieste della Procura di Milano) negli ultimi giorni: accesso abusivo al sistematico informatico in uso alle forze dell’ordine- Di Gennaro era accusato, senza inutili giri di parola, di aver eseguito utilizzando le proprie credenziali – secondo la ricostruzione dell’accusa – diverse ‘visure’ sul conto di un cittadino di 68 anni di Minturno, a sua volta protagonista di un contenzioso previdenziale contro l’Inps.
Il Maresciallo di Nocera Inferiore, dopo una via Crucis durata quattro interminabili anni, non dovrà affrontare alcun processo. Il Gup del Tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, dicendo di no alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Antonia Giammaria, ha assolto il maresciallo con la formula del “fatto non sussiste”. Il Gup di piazzale Clodio ha condiviso in pieno la linea difensiva del legale del Carabiniere, l’avvocato Luca Scipione.
Il Maresciallo era accusato di aver consultato illegittimamente lo “Sdi” senza alcun motivo di servizio. E invece la svolta dell’udienza preliminare c’è stata quando è stato evidenziato come l’ex indagato, confermando le consultazioni del sistema informatico delle forze dell’ordine, avesse puntualmente informato sia i suoi superiori che la stessa Procura di Cassino circa lo svolgimento delle sue “interrogazioni”.
Nessun abuso ha commesso il Maresciallo Di Gennaro – dei suoi presunti “accessi” si erano occupati gli “007” degli stessi Carabinieri ed il nucleo speciale “Tutela privacy e frodi tecnologiche” della Guardia di Finanza di Roma – uscito indenne da una stagione di veleni che all’epoca aveva investito altri colleghi in servizio presso la compagnia dei Carabinieri al punto da essere indagati dalla Procura militare di Roma. Quello di settembre 2020 sarà stato un mese “terribilis” per il maresciallo Di Gennaro.
Gli venne sequestrato un minuscolo quantitativo di hashish nel suo cassetto che, oggetto di un precedente sequestro, era stato custodito nel posto sbagliato della Caserma formiana. Nessuno spaccio, per carità, ma uso per fini personali di sostanze stupefacenti. Con un’altra sofferta e scontata conclusione: la Prefettura di Latina ha archiviato la stessa segnalazione arrivatale dagli stessi Carabinieri di Formia.