Latina / Salario di dignità in Consiglio provinciale, il M5S commenta la mozione: “è schizofrenia politica”

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LATINA –  “Il consiglio provinciale di Latina, ha approvato all’unanimità una mozione di Fratelli d’Italia con la quale si propone di adottare una soglia minima di 9 euro lordi per gli appalti gestiti dall’ente provinciale, mentre al Comune di Latina una mozione identica presenta dal M5S, è stata bocciata dalle forze di centrodestra. Qualche mese fa in Consiglio regionale, è stata approvata all’unanimità una mozione per lo stesso trattamento minimo inderogabile nei contratti di appalto di lavori della Regione Lazio, mentre sul fronte nazionale, il centrodestra dopo aver affossato la Proposta di Legge a prima firma Giuseppe Conte, poche settimane fa ha votato contro un emendamento al DDL Lavoro che avrebbe introdotto il salario minimo in Italia. Non possiamo fare a meno di sottolineare l’evidente incoerenza di queste scelte, che dimostrano una preoccupante disconnessione tra i livelli istituzionali” – Lo dichiarano in una nota i consiglieri regionali M5S del Lazio, Adriano Zuccalà e Valerio Novelli.

“Riteniamo – continuano – che i cittadini meritino risposte chiare, coerenti e allineate in ogni livello istituzionale. Non si può dire di sostenere la giustizia sociale e poi, nei fatti, negarla. Invitiamo pertanto il Governo a riflettere, non solo su questo comportamento contraddittorio, e a prendere in considerazione l’approvazione di una misura fondamentale per combattere la povertà lavorativa e restituire dignità a chi lavora”.

“Da un lato – afferma la coordinatrice provinciale di Latina, Maria Grazia Ciolfi – assistiamo a gesti positivi e necessari con i quali, grazie anche al sostegno del M5S, si sceglie di appoggiare un principio di giustizia sociale che da tempo portiamo avanti, dall’altro lato, invece, il Governo nazionale –  che è composto dagli stessi partiti di centrodestra che amministrano la Regione Lazio, il Comune e la Provincia di Latina – sembra completamente sordo alle necessità dei cittadini, dimostrando un disinteresse per le difficoltà economiche di chi oggi è maggiormente penalizzato dai salari bassi e dall’inflazione”.