Latina / Acqualatina, sospensione della nuova tariffazione per gli utenti dell’Egato4

Attualità Latina

LATINA – Il territorio dell’Egato 4 non può avere subito un nuovo piano tariffario. Bisogna, invece trovare un punto in comune tra la proposta dell’ente gestore, Acqualatina, e quella dei comuni. Lo ha messo per iscritto il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli che, in qualità di presidente dell’assemblea degli stessi sindaci, ha inviato una lettera all’Arera, l’Autorità nazionale sulle reti idriche ed elettriche. L’ha fatto per comunicare che bisogna verificare la proposta del gestore del servizio arrivata alla segreteria tecnica operativa dell’Egato 4 soltanto nella giornata di mercoledì. Il suo piano industriale prevede investimenti per i prossimi sei anni per 350 milioni , in aumento di 160 rispetto all’ultimo, con una soluzione tariffaria che originariamente era in aumento del 9,5%. Il socio privato, davanti alle perplessità dei sindaci propensi a confermare invece il piano tariffario in vigore o, in alternativa, a chiedere un ritocco del solo 3,5%, ha poi cambiato idea in ribasso.

Nel senso che ha riformulato la sua proposta prevedendo un ritocco del 6% annuo per i primi tre anni, del 4% nel 2027, poi dell’1% e dello 0,1% nel 2028 e 2029. Le posizioni sono al momento distanti ed il responsabile della segreteria tecnica, l’ingegner Umberto Bernola, ha preannunciato che valuterà nel dettaglio la proposta del gestore che, a detta dell’amministratore delegato Marco Lombardi, si pone come obiettivi quelli fronteggiare due emergenze: le perduranti e copiose perdite lungo le reti e l’elevata morosità – nella provincia di Latina ammonta al 12,8% – che resta un problema non solo per la società ma degli stessi territori.

Il presidente Stefanelli sul piano politico ha lanciato un altolà alla quarte privata della società definendo necessario il raggiungimento di una situazione migliore che, in vista della scadenza del contratto nel 2032, permetta alla stessa Acqualatina di diventare una società interamente pubblica. Il gestore ha lì’obbligo morale di realizzare gli investimenti “ma senza mettere le mani in tasca ai cittadini. Può benissimo investire sulle reti ammalorate utilizzando i fondi disponibili del Pnrr o trovando altre soluzioni di finanziamento. Il nuovo piano tariffario di Acqualatina, insomma, dovrà scaturire da un confronto con i sindaci “e come mai – ha dichiarato il presidente della Provincia Stefanelli – la fretta può diventare una cattiva consigliera”. E’ in atto una contrapposizione dialettico-istituzionale e l’amministratore delegato di Acqualatina spa Marco Lombardi ha rivolto un diktat alla politica e, dunque, ai sindaci: “Potete anche evitare di ritoccare le tariffe ma dopo non lamentatevi se ad esserne pregiudicata fosse la qualità del servizio”.

I CONSUMATORI CONTRO l’AD Marco Lombardi

E queste dichiarazioni di Lombardi sono finite nel mirino delle associazioni dei consumatori “Aeci”, Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons, nel momento ha dato per confermato il piano industriale fatto dal socio privato senza il coinvolgimento del socio di maggioranza ovvero i sindaci dell’intero Ato4. I consumatori a questo punto ritengono “doveroso” chiedere.. “ma le risorse per gli investimenti devono essere prese solo dagli utenti ovvero dai cittadini e da tutti gli altri soggetti utenti di Acqualatina? E quali risorse economiche e finanziarie mette a disposizione il socio privato? Quali altre fonti di finanziamento sono state individuate per reperire ulteriori risorse, quali, ad esempio richieste a fondo perduto presso il Ministero, oppure finanziamenti a tasso agevolato presso le banche europee. Ci sembra – hanno osservato Aeci”, Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons – che niente di tutto sembra che venga fatto, per cui l’unica risorsa certa e esigibile è mettere le mani in tasca agli utenti, utilizzati come bancomat.

Abbiamo la seria impressione che ciò equivalga a utilizzare gli utenti per addossare loro le perdite e, invece, privatizzare gli utili, peraltro senza ripartirli con il socio pubblico, ovvero i Comuni”. Gli utili “non sono pochi”, considerato che praticamente da sempre la Società chiude i bilanci con utili di svariati milioni di euro, e ciò al netto delle morosità. Se non raggiungessero l’incredibile e non tollerabile cifra di 150 milioni di euro (così come dichiarata dall’ad Lombardi) porterebbero gli utili di bilancio annuali a livelli paradossalmente sin troppo elevati e, quindi, tali da non poter giustificare e pretendere alcun aumento tariffario”. Un’altra dichiarazione dell’amministrazione delegato che ha lasciati “interdetti” è quella secondo quale inizialmente i fondi del Pnrr (350 milioni) di euro dovevano servire per sanare buona parte delle dispersioni idriche fino al 2029, portandole così alla media nazionale ovvero al 30% .” La dispersione specifica anche i fondi del Pnrr si esauriranno nel 2025 e che, successivamente, Acqualatina dovrà ricorrere ad altre fonti di contribuzioni per arrivare al 2029 riducendo le perdite che, per effetto degli interventi, passerebbero dall’attuale 75% al 30 %.

“Ci chiediamo – hanno aggiunto Aeci”, Assoconfam, Codacons, Codici e Fedicons – se queste affermazioni siano frutto di un attento studio scientifico circa la reale situazione delle reti o sono numeri buttati a caso per farci digerire questo aumento delle tariffe. Infatti, più volte abbiamo chiesto in base a quali rilievi siano state quantificati livelli di dispersione ancora così elevati, pur avendo ormai superato abbondantemente i due terzi del periodo della gestione del Sistema Idrico da parte di Acqualatina, iniziato nel 2002 e con termine ultimo il 2032, ovvero tra meno di 8 anni”.

I consumatori si chiedono “se appare o meno credibile che nel giro di così poco tempo possa essere raggiunta una quota del 30%, sebbene siano stati spesi moltissime risorse pubbliche e degli utenti per ridurre le perdite senza che gli obiettivi promessi, anzi, persino garantiti, non sembra siano stati raggiunti”. E altre domande sono decisamente impertinenti: con tutti i soldi prelevati agli utenti e tutti quelli provenienti da finanziamenti pubblici, cosa è stato fatto? Quale impiego hanno avuto? Perché non sono state ridotte le dispersioni dell’acqua tanto che il nostro territorio è quello che registra forse ancora il primato negativo in Italia?”.

I consumatori non mancano di marcare ad uomo i comuni chiamati a deliberare l’aumento tariffario o meno imposto dal gestore: “Devono avviare un serio approfondimento su quanto già fatto da Acqualatina nel corso degli ultimi 10 anni e leggere le delibere precedenti dove già era stato deliberato un piano di risanamento delle reti con un aumento annuo del 3,9% fino al 2017 per ridurre la dispersione idrica portandola al 39%”. Le associazioni si augurano, inoltre, che Acqualatina finalmente “fornisca la documentazione dettagliata degli interventi milionari effettuati sulle nostre reti a partire dall’approvazione del piano straordinario deliberato circa 10 anni orsono. Se all’epoca la dispersione idrica era del 70 % oggi, nonostante i milioni di euro spesi, viene resa nota una dispersione del 75%! Ci aspettiamo che i soci di maggioranza facciano chiarezza anche su quest’aspetto al fine di fornire anche ai loro stessi concittadini spiegazioni valide e concrete”. E poi un appello venga rivolta alla stessa magistratura perché “effettui i dovuti accertamenti per verificare, perché nonostante i milioni di euro spesi per ridurre la dispersione, a distanza di anni, paradossalmente, la dispersione è persino aumentata”.

E i consumatori si dicono ponti a chiedere il conto sia alla parte privata (Italgas acque) che ai sindaci (i soci pubblici di maggioranza di Acqualatina” per “voler rendere conto delle loro attività e, soprattutto, di essere finalmente chiari perché gli utenti sono stanchi di essere considerati dei semplici bancomat da utilizzare a proprio piacimento e non portatori di diritti. Anche perché è sin troppo facile fare gli imprenditori senza correre i rischi tipici degli imprenditori, cioè senza impegnare capitali propri ma utilizzando il denaro degli utenti, a cui non devi restituire nulla e sul quale non si devono neppure pagare interessi!”. Da un fronte ad un altro. E’ quello legato all’Otuc, l’organismo che raggruppava in seno ad Acqualatina le più importanti e rappresentative associazioni di categoria.

Il presidente uscente Antonio Villano, ha chiesto che il mancato rinnovo “da due anni” di questa consulta venga inserito in una delle prossime sedute della commissione Sviluppo economico (che ha la delega ai rapporti con le associazioni dei consumatori perché, in occasione di un’audizione, “finalmente la Provincia di Latina si decida a ricostituire un organismo di partecipazione che ci sembra dia solo molto fastidio”.