CASTELFORTE – All’amministrazione comunale di Castelforte non piace affatto la decisione contenuta nella delibera numero 31 del 31 ottobre del consiglio provinciale di Latina che, nell’ambito di un discusso dimensionamento scolastico, prevede invece e tra le altre cose, l’accorpamento degli istituti scolastici di Minturno, Santi Cosma e Damiano e Castelforte. Il Sindaco di quest’ultimo centro Angelo Felice Pompeo sottolinea come questa scelta “non solo non è condivisibile, ma sia anche in contrasto con le proposte avanzate dall’Amministrazione comunale di Castelforte”. Per la delibera di giunta municipale numero 132 del 25 ottobre scorso il locale istituto omnicomprensivo possiede i requisiti necessari per mantenere la propria autonomia, garantendo un’offerta formativa completa e di qualità ai propri studenti.
“Ci opponiamo fermamente a questa decisione – ha spiegato Pompeo – che non rispecchia minimamente le proposte avanzate dalle amministrazioni coinvolte. In verità, stranamente, l’unica proposta presa in considerazione dal consiglio provinciale è quella che è stata avanzata dal comune di Minturno. Pertanto, quanto affermato nel corpo della delibera circa una presa d’atto delle richieste avanzate dalle amministrazioni e degli avvenuti incontri coi sindaci è assolutamente falso. Non comprendiamo le motivazioni alla base di questa decisione e riteniamo che non sia stata data la dovuta considerazione alla complessità del nostro territorio e alle specificità del nostro istituto. La nostra proposta, frutto di un’attenta valutazione delle esigenze della comunità scolastica, è stata chiara e precisa: l’Istituto Omnicomprensivo di Castelforte deve rimanere autonomo”.
Il comune di Castelforte ha deciso di fare ricorso alle carte bollate per tentare di contrastare la delibera del consiglio comunale: “Non accettiamo passivamente questa scelta – ha concluso il Sindaco – e continueremo a difendere il diritto dei nostri studenti a un’istruzione di qualità, all’interno di una struttura scolastica che conosce le loro esigenze e le peculiarità del nostro territorio”
A punzecchiare il sindaco Pompeo per la scelta dell’assemblea di via Costa sono stati i consiglieri comunali di opposizione del Partito Democratico Giancarlo Cardillo e Giuseppe Rosato ed il coordinatore comunale Ferdinando Orlandi: “Temevamo il peggio già circa un mese fa, quando il sindaco anziché esprimersi in Giunta Comunale sull’argomento, decise di uscire a petto in fuori sulla stampa dichiarando che Castelforte non avrebbe mai permesso alcuna forma di dimensionamento scolastico. Affermò che il nostro istituto (a suo dire) vantasse numeri adeguati a quelli richiesti dalle normative. La verità invece risiedeva nel fatto che la tenuta di quei numeri era stata garantita da una trattativa difficile e responsabile che aveva portato avanti l’ex amministrazione comunale, ottenendo un risultato del tutto notevole e inusuale in cui il nostro istituto (nonostante la carenza di numeri), attraverso il dimensionamento con il Liceo Alberti di Minturno riuscì a mantenere la forma dell’omnicomprensivo e, per di più, anche la presidenza e la segreteria amministrativa!”.
Il Pd all’epoca sostenne la necessità invece di produrre un atto di indirizzo che “manifestasse effettivamente la volontà di far rimanere invariata la forma organizzativa della nostra scuola, non limitandosi ad un semplice articolo di giornale. Dopo averci in primo momento risposto che il nostro era solo un tentativo di creare disordine e disinformazione, il Sindaco, probabilmente dopo aver ascoltato qualche brutta notizia venuta fuori dall’assemblea dei Sindaci in Provincia (alla quale ci risulta non abbia neanche partecipato lui in prima persona ma un suo delegato) di deliberare in Giunta una proposta (impertinente e inadeguata) di costituzione di un nuovo istituito omnicomprensivo formato dalle scuole Petronio, Tallini, G. Rossi e sez. staccata del Pacinotti. A questo punto la domanda ci viene spontanea: il Sindaco – aggiungono Cardillo, Rosato e Orlandi – prima di assumersi l’onere di rappresentarci e prendere le nostre difese in queste sfide talvolta ardue, si è informato sul funzionamento e sulle direttive gestionali degli istituti scolastici? È al corrente del fatto che l’Ufficio scolastico regionale sta spingendo negli anni sempre di più per ridurre al minimo gli istituti omnicomprensivi perché troppo dispendiosi per le casse di Stato e Regione e perché, tra l’altro, privi di Consiglio di Istituto? È consapevole del fatto che le direttive ministeriali prediligono la formazione di accorpamenti orizzontali e quindi solo tra istituti scolastici simili? Prima di stilare una proposta che potesse essere concreta e competitiva la maggioranza ha fatto queste valutazioni o hanno riportato in delibera la prima cosa che gli passava per la testa?”.
Secondo i due consiglieri e segretario Dem di Castelforte il comune (ancora una volta, come in altri ambiti) “rimane fuori dal percorso decisionale che ha portato all’approvazione dei nuovi dimensionamenti scolastici in Provincia di Latina. Di fatto la decisione é dei comuni di Minturno e Santi Cosma e Damiano, Castelforte rimane a guardare lo spettacolo da spettatrice non pagante. La delibera “fantasiosa” che la giunta ha prodotto – non solo è stato tempo perso in quanto potevano costruire un percorso di condivisione con la cittadinanza, con le opposizioni e con i comuni interessati – é assolutamente tardiva e, soprattutto, irricevibile perché nel merito: viene proposto la creazione di un istituto con più di 1500 alunni! Praticamente un’assurdità che si traduce nella naturale perdita sia della secondaria di I grado Petronio che dall’anno prossimo verrà accorpata all’I.C. Guido Rossi di Santi Cosma, sia dell’I.T.E. Tallini che verrà annesso al Liceo Alberti”.
Il Pd è un fiume in piena quando parla di un “fallimento totale che grava sul territorio e sulle famiglie castelfortesi che dal prossimo settembre per iscrivere i loro figli a scuola saranno costrette a recarsi chi a Santi Cosma e Damiano e chi a Minturno. Relegherà il nostro comune, dal punto di vista scolastico, ad una posizione marginale e limitata sia in termini di progettualità che di offerta integrata che prima i fondi scolastici avrebbero garantito esclusivamente per il nostro istituto e che adesso dovranno essere ripartiti con gli altri plessi annessi. Quella che ci è stata prospettata come una “rinascita” si è tradotta in un’agonia, costante e continua, che – hanno concluso Cardillo, Rosato e Orlandi – ha ridotto Castelforte all’osso privandola anche di quei pochi servizi essenziali che vi erano rimasti come la scuola. Non è più possibile rimanere a guardare! Ora più che mai abbiamo bisogno di farci sentire; lo dobbiamo al nostro paese, in cui risiedono le nostre radici, e in cui crescono i nostri figli”.