ARCE – Sarà formalizzato entro la settimana il ricorso in Cassazione da parte della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma contro le assoluzioni dell’ex comandante dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie Annamaria, il figlio Marco e dei carabinieri in servizio ad Arce all’epoca dei fatti Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Il 12 luglio scorso erano stati tutti assolti dalla Corte d’Appello di Roma (presidente Vincenzo Gaetano Capozza) dall’accusa di essere coinvolti nell’omicidio di Serena Mollicone, la liceale di 18 anni scomparsa da Arce il primo giugno 2001 e trovata morta tre giorni più tardi, legata nel bosco di Fonte Cupa nella vicina località Anitrella di Monte San Giovanni Campano.
Ad annunciare il ricorso lunedì mattina è stato il procuratore Generale Giuseppe Amato, nel corso di una visita agli uffici della Procura della Repubblica di Cassino. Ha confermato quanto si sapeva da tempo: la presentazione entro lunedì 11 novembre dell’appello contro il proscioglimento bis dei cinque imputati del processo per il delitto di Arce di 23 anni fa. “Il nostro lavoro investigativo è stato fatto bene sia in primo che in secondo grado – ha spiegato il magistrato – riteniamo per questo che ci siano motivi per ricorrere in Cassazione”.
Tra questi, la mancata audizione di un testimone che non venne convocato per una questione procedurale. E poiché la Corte di Cassazione non entra nel merito della vicenda, non analizza i fatti storici come ricostruiti nei gradi precedenti ma l’oggetto del suo giudizio è la corretta applicazione delle norme, verranno evidenziati quattro punti – ha anticipato il Pg – sui quali chiedere l’intervento della Suprema Corte in punto di procedura”.
“Le sentenze vanno rispettate – ha detto il dottor Amato – ma se non condivise vanno impugnate. Nello specifico è un processo molto delicato, che ha avuto un decorso molto lungo. La procura ha fatto comunque un bel lavoro, si è dato un segno di attenzione doveroso al di là del merito e al di là di quello che è stato l’esito della decisione che va rispettato”, ha aggiunto.
La sentenza dello scorso luglio della Corte d’Assise d’Appello ha mandato assolti i tre Mottola, Quatrale e Suprano dopo che lo erano stati il 15 luglio 2022 dopo il lungo processo di primo grado celebrato davanti la Corte d’assise d’appello di Cassino per la morte e l’occultamento del cadavere di Serena Mollicone. Anche i magistrati d’Appello la scorsa estate avevano ribadito come l’impianto accusatorio fosse inconsistente. E l’avevano spiegato nelle 59 pagine di motivazioni perché non sono responsabili del delitto per cui il sostituto procuratore generale Francesco Piantoni aveva chiesto le condanne a 24 e 22 anni.
Duro il commento del portavoce del collegio difensivo della famiglia Mottola: “Questo appello è la conferma – ha detto il criminologo Carmelo Lavorino nell’intervista video allegata – di come si continui ad essere innamorati del sospetto e della facile intuizione. Sono entrati nel deserto e li’ continuano a vagare seguendo il nulla mischiato col niente. Non hanno indizi, non hanno prove, tutto e’ a favore della tesi della Difesa. Si stanno sprecando tempo, risorse, piste investigative e i soldi dei contribuenti”.
Il ricorso della Procura generale davanti la Suprema Corte costringerà quasi probabilmente il collegio difensivo dei cinque imputati a modificare la sua composizione non essendo alcuni suoi componenti Cassazionisti.
INTERVISTA video Carmelo Lavorino, portavoce pool difensivo famiglia Mottola.