FORMIA – Pasqualina N., di Formia, di 67 anni, nel tardo pomeriggio di giovedì, è tornata ad essere una donna libera senza alcun divieto per la sua libertà personale e con la revoca della confisca dei suoi beni dopo la lettura della sentenza di assoluzione da parte del collegio della seconda sezione penale della Corte d’Appello che ha “picconato” l’esito del processo di primo grado relativamente ad una truffe ‘transazionali” più clamorose negli ultimi anni. La donna era finita nei guai quando un sedicente ufficiale dell’esercito americano, di servizio a Damasco, in Siria, Larry Brooks, dotato a quanto pare di doti seduttive non indifferenti, era stato capace di avviare relazioni sentimentali, naturalmente e rigorosamente virtuali, con decine di persone. Le aveva invitate ad aiutarlo economicamente, a fronte degli ostacoli denunciati per il raggiungimento di un futuro insieme. La promessa era soltanto una: una volta ottenuti i bonifici, l’uomo sarebbe riuscito a congedarsi e ad arrivare finalmente in Italia.
Peccato che Larry Brooks non è mai esistito a differenza dei versamenti percepiti che sono stati assai reali e concreti: 400mila euro nel periodo dal 2018 al 2021, derivante da 32 vittime accertate. Se di queste, solo 8 avevano formalizzato una denuncia, la Polizia aveva arrestato i presunti componenti dell’organizzazione che avrebbe operato per conto di Mister Brooks, tanto affamato di danaro e quanto desideroso di tornare dall’altra parte dell’Oceano. E tra questi c’era proprio l’irreprensibile Pasqualina N., finita ai domiciliari, su richiesta del Gip di Roma, con le gravi ipotesi accusatorie di truffa aggravata, riciclaggio e sostituzione di persona.
Ed il modus operandi di questo sodalizio per realizzare quelle che sono state definite “truffe romantiche” sarebbe stato il seguente alla luce di una donna contatta dal sedicente militare americano naturalmente su Facebook: venivano create fittizie identità di studi legali che confermavano, utilizzando comunicazioni via mail, le esigenze e le urgenze economiche di “Mr. Brooks”.
Secondo la Procura di Piazzale Clodio sui conti correnti riferibili al gruppo sarebbero transitate somme di denaro provento delle truffe, inviate direttamente dalle vittime, per poi essere incassate, o trasferite su conti nelle disponibilità dei complici, in molti casi con rimesse di denaro all’estero, per la condivisione dei proventi della truffa. La svolta alle indagini c’è stata quando la foto del sedicente Larry Brooks sarebbe stata “saccheggiata” dal profilo di un avvocato statunitense, vivo in carne ed ossa, che ha aveva presentato denuncia alle autorità americane.
Un’altra svolta all’inchiesta c’è stato quando il fratello di una delle vittime aveva scritto alla Polizia Postale per chiedere aiuto. Sua sorella – ha raccontato – “ha 75 anni e come me è invalida civile al 100% con patologie serie….Si è invaghita di un truffatore che lei dice trovarsi in Siria perché militare. Ventiquattro ore su ventiquattro sono in contatto tramite messaggi: non sarebbe grave se non fosse che da tantissimo tempo, tramite posta o bonifici, gli manda ogni primo del mese quasi tutta la sua pensione restando sempre senza soldi da poter mangiare ed altro”. E ancora l’uomo decisamente preoccupato: “Da febbraio 2021 oltre la pensione gli ha mandato bonifici di 20mila euro, soldi che doveva versare al tribunale perché rischiamo di rimanere senza casa”. Insomma un quadro probatorio assai granitico che aveva convinto l’ex Gip del Tribunale di Cassino, la gaetana Tiziana Coccoluto, ad emettere, al termine del rito celebrato il 22 dicembre 2023, pene pesantissime variabili dai due anni ed un mese (per la donna formiana) ai quattro anni e anni di reclusione.
La svolta processuale, inattesa, per questa intricante vicenda c’è stata giovedì quando è intervenuto il legale della 67enne, l’avvocato Mattia Aprea. Ha chiesto ed ottenuto, dopo una lunga camera di consiglio, la nullità della sentenza di condanna, relativamente al reato di truffa, emessa quasi un anno fa della dottoressa Coccoluto. Questo proscioglimento ha riguardato, grazie alla richiesta dell’avvocato Aprea, altre sei imputati. Il legale ha semplicemente affermato che la procura ed il Tribunale di Roma sono stati incompetenti ad indagare prima e a giudicare poi. Non è in caso che la Corte d’appello ha sentenziato evidenziando come “il fatto sia diverso da come descritto” disponendo la trasmissione alla stessa procura capitolina. La sentenza ha revocato gli arresti domiciliari per i sette imputati anche per il reato di riciclaggio che “non è stato sufficientemente provato e documentato “ a livello probatorio. Il collegio (composto dal presidente Maria Luisa Paolicelli, Alfredo Maria Bonagura e Maria Laursa Pesano) ha annunciato il deposito delle motivazioni della sua sentenza entro 40 giorni quando la Procura generale, che aveva chiesto nella sua requisitoria la conferma della sentenza di primo grado del Gip Coccoluto, deciderà se ricorrere o meno in Cassazione…in attesa che la stessa Procura di piazzale Clodio decida di mantenere in piede un processo finito, dopo il pronunciamento di giovedì, su un binario decisamente morto.
Quello delle ‘truffe romantiche’ da qualche anno è un fenomeno sempre più diffuso. Si tratta di reati contro il patrimonio, commessi in danno di persone fragili: i criminali sfruttano le loro vulnerabilità per portare a termine il progetto criminale. Inducono le vittime a fidarsi di loro, le seducono (rigorosamente a distanza), e poi avanzano richieste di denaro con le scuse più disparate. Al danno patrimoniale, che non di rado spinge le vittime a indebitarsi pur di aiutare la persona che credono di sentire vicina, si aggiunge quello psicologico. In questa vicenda, per esempio, quando i presunti truffatori che si celavano dietro il rassicurante volto di Larry Brooks hanno scoperto che una delle vittime non aveva potuto coronare il proprio desiderio di maternità. Avevano inserito nella storia la figura di ‘Elvis Brooks’, figlio del sedicente militare, con il compito di instaurare una stretta relazione con la donna fino a spingersi al punto di chiamarla “mamma”.