LATINA – Aveva i giorni contati la sezione distaccata del tar di Latina. La soppressione era già cosa fatta a partire dal primo luglio anche perché era emersa la volontà di salvare solo i presi di di giustizia amministrativa dove hanno sede le corti d’appello. Ed invece il Consiglio dei Ministri (Cdm) di ieri sera ha rivisto l’intera faccenda. Accolte dal presidente Matteo Renzi le doglianze del presidente di Latina Carlo Taglienti nella relazione pronunciata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 aveva ricostruito puntigliosamente le attività del tar nel 2014.
Ne era uscito il quadro di un presidio in piena attività, il cui servizio alle province di Latina e Frosinone evita il congestionamento della sede centrale di Roma. I provvedimenti presi a Latina, sono infatti, per numero, paragonabili a quelli di alcune città capoluogo di regione.
Sparirà anche dai provvedimenti la dicitura ““Non si procede, allo stato, alla fissazione del’udienza pubblica per la prosecuzione della discussione della causa, atteso il vigente testo dell’articolo 18, comma 1, del decreto – legge n. 90/2014, convertito con legge n. 114/2014, che ha disposto la soppressione della Sezione staccata di Latina dal 1° luglio 2015 e tenuto conto della disciplina sui termini processuali dettata dal D. Lgs. n. 104/2010 (c.p.a.)” che pendeva come una spada di Damocle su ben otto sedi distaccate. Sul punto il senatore Claudio Moscardelli aveva offerto le sue rassicurazioni ed il suo impegno a modificare la norma.
Nel corso del consiglio dei ministri ha visto la luce un “pacchetto giustizia” molto articolato con novità rivoluzionarie in materia fallimentare. Modificato ancora una volta in particolare l’istituto del concordato preventivo, con la possibilità di accedere all’istituto data anche a ditte esterne all’azienda in odore di fallimento.