CASSINO – Presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale ha avuto luogo venerdì pomeriggio un interessante seminario condotto dal dr. Federico Vitti, neuropsichiatria, autore del libro L’atomo del pensiero. Il codice chiave universale della mente (Teseo Editore, 2012).
La tesi centrale discussa è che il pensiero umano ed ogni attività degli esseri viventi siano guidate da una dinamica strutturale e funzionale ascrivibile ad una precisa unità operativa modulare, che Vitti definisce “Modulo intelligente del vivente”. Il modulo consisterebbe in una successione elaborativa non reversibile degli stimoli interni ed esterni comprendente otto circuiti fondamentali di intelligenza incrementale: fase Selettiva, Coesiva, Associativa, Ponderale, di Saggio, Decisionale, Direzionale, di Sintesi. Il modulo elaborativo avrebbe insita la caratteristica di far ripartire incessantemente il processo e la successione delle fasi (auto-riparandosi) laddove venisse interrotta la sua progressione ad opera di un’attività interferente esterna o interna all’organismo stesso.
Ciò promuove un continuo rinnovamento e sviluppo dell’attività modulare di elaborazione in vista delle migliori soluzioni adattive. Secondo Vitti, tale principio primitivo di “costruttività non teleologica” costituirebbe la base invariante dell’organizzazione della vita. Seguendo tale ipotesi, i fenomeni della vita non sarebbero dati da strutture e funzioni che vanno dal più semplice a costituire il più complesso, ma distinti gerarchicamente per dinamica costruttiva in “complessi di grandezza minore” e “complessi di grandezza maggiore”, ove la totalità maggiore scaturisce dalla ripetizione o dall’assemblaggio di totalità minori. Il fine della costruttività intelligente del vivente è la sua resistenza originale nei confronti dell’entropia interferente.
La vita si è dunque organizzata ed evoluta, e afferma il suo potere di resistenza contrastando il cardine universale dell’Interferenza. Alla luce di tali considerazioni, è possibile ridiscutere la teoria darwiniana della evoluzione fondata sul principio selettivo della specie sostenuto dalla casualità delle mutazioni spontanee oppure indotte. Secondo Vitti, non ci si è mai chiesti se la casualità delle mutazioni possa essere stata una strategia di adattamento escogitata da un fattore ben più determinante: l’intelligenza della materia vivente che ha stimolato mutazioni casuali influenzandone l’indirizzo risolutivo in relazione alle specificità delle variabili ambientali.
Il dr. Vitti ha illustrato la sua ipotesi richiamando numerosi esempi biologici riconducibili a Unità chiave di comportamento secondo fasi codificate: l’evoluzione dei batteri, il caso dei virus “migranti”, il riconoscimento dei neuroni embrionali adopera dei filopodi dei coni guida. Anche gli automatismi più elementari sia in campo etologico che umano sarebbero riconducibili ad un complesso modulare sottostante, sebbene non percepito coscientemente. All’incontro hanno partecipato manifestando vivo interesse e curiosità numerosi studenti e insegnanti di scuola superiore affascinati dall’originalità dell’ipotesi modulare presentata dal Dr. Federico Vitti.
Gabriele Gulia
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