FORMIA – Social scatenati da quando, giovedì scorso, i centri diurni per i soggetti diversamente abili di Formia sono chiusi. Un mesto provvedimento cui nulla hanno potuto le diverse ed encomiabili associazioni che, di fronte alla decisione dell’amministrazione di chiudere i rubinetti a favore delle famiglie alle persone con queste fragili, hanno dovuto, loro malgrado, interrompere un’esperienza, aggregativa e sociale, in piede da 24 anni. Si sono succedute non poche amministrazioni delle più disparate appartenenze politiche e partitiche oltre che diversi commissari Prefettizi ma nessuno, più ottimisticamente, avrebbe immaginato che si potesse arrivare a chiudere i battenti strutture considerate di vero sostegno a tante famiglie.
E invece – ha scritto il capogruppo della lista di minoranza “Guardare Oltre” Imma Arnone – “ancora una volta l’amministrazione guidata da Gianluca Taddeo ha deciso che una realtà così importante per tante famiglie in difficoltà , che ogni giorno si misurano con i tanti problemi di una disabilità grave, deve chiudere. Il bando per l’assegnazione dei contributi alle famiglie è stato un flop: dei 120mila euro posti in bilancio, sono stati impegnati poco più di 30mila. L’amministrazione comunale non ha rispetto le previsioni del suo Dup (documento unico di programmazione) a favore di queste strutture. Basta rileggere il “Programma 12.02” recante gli interventi per la disabilità: “Garantire la continuità del supporto ai Centri diurni per disabili”.
Il sostegno all’attività dei Centri diurni per disabili da parte dell’Amministrazione comunale è iniziato negli anni ‘90. Su iniziativa dell’associazione “Afdf” (Associazione Famiglie Disabili Formia), costituita per dare risposta al bisogno di assistenza quotidiana non garantita dai servizi territoriali, il Comune di Formia assegnò alcuni locali dell’ex Enaoli (allora ritenuto erroneamente proprietà comunale) per allestire un Centro Diurno e iniziò l’erogazione di contributi economici finalizzati al sostegno delle famiglie per la frequentazione del centro. Il contributo era erogato all’”Afdf” a parziale ristoro delle spese vive di gestione del centro e per gli operatori che lavoravano presso lo stesso centro (la cooperativa Herasmus).
Nell’anno 2000, all’ “Afdf” si è aggiunta l’associazione “L’Aquilone” che gestiva e gestisce un centro diurno in località Farano. Le due associazioni hanno avuto accesso al contributo economico perché erano le solo ad essere autorizzate per svolgere questi servizi socio-assistenziali. “E’ cambiato – secondo il capogruppo Arnone – il regolamento comunale per l’erogazione di benefici a terzi e prevede all’articolo 11 che gli interventi economici nell’ambito dei servizi sociali che facciano parte della programmazione comunale (e gli interventi a sostegno dei Centri Diurni sono presenti – come detto – nel Dup possono essere oggetto di decisione diretta dell’Amministrazione Comunale, mediante apposita delibera di Giunta.
“In tutti questi anni le varie amministrazioni (ed anche i Commissari Prefettizi) cittadine non hanno mai interrotto l’erogazione dei contributi ai Centri Diurni per persone disabili rendendoli meritori della preziosa assistenza garantita a persone particolarmente fragili ed alle loro famiglie. In conclusione la possibilità di concessione dei contributi economici ai Centri Diurni autorizzati è una decisione dell’amministrazione comunale e, avvenendo attraverso delibere di Giunta, quindi esclusivamente politica”.
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