Formia / Beni confiscati alla famiglia Bardellino, nuova richiesta dell’ex sindaco Paola Villa

Attualità Formia

FORMIA – L’ex sindaco Paola Villa non demorde. E’ intollerabile – a suo dire – che il comune di Formia dopo 91 giorni non abbia ancora fornito ad un consigliere comunale le dovute risposte relativamente alla conformità urbanistica dei beni confiscati dallo Stato alla famiglia Bardellino in via Giorgio La Pira nel quartiere residenziale di Vindicio. A prendere carta e penna è la stessa capogruppo della lista “Un’altra città” in una lettera inviata al sindaco Gianluca Taddeo, all’assessore all’Urbanistica Marcello Attanasio Pugliese, alla presidente della commissione consiliare “Beni Confiscati alla criminalità organizzata” Renata Ranucci, al dirigente del settore “Urbanistica” Pietro D’Angelo e alla segretaria Generale del Comune di Formia Marina Saccoccia.

Questo tira è molla è iniziato il 25 agosto 2024 quando la consigliera Villa inviò una richiesta di accesso agli atti dopo la seduta della commissione consiliare “Beni confiscati alla criminalità organizzata” del 16 luglio In quella sede il funzionario del comune, l’ingegner Emanuele D’Avino, avrebbe detto in commissione che “uno degli appartamenti confiscati in via Giorgio la Pira era da ritenersi privo dell’abitabilità e quindi indisponibile ad essere messo a disposizione della Guardia di Finanza come prevedeva il protocollo siglato dal comune di Formia nell’ottobre 2021”. il 7 ottobre 2024 la professoressa Villa ricevette una comunicazione da parte del dirigente del settore “Urbanistica e Gestione del Territorio” D’Angelo in cui le veniva comunicato che l’ufficio comunale avrebbe provveduto all’istruttoria dei fascicoli inerenti i beni confiscati alla famiglia Bardellino e a quanto emerso dalla seduta di commissione consiliare del 16 luglio 2024. Inoltre nella stessa comunicazione dell’alto dirigente campano veniva preannunciato un sopralluogo presso il fabbricato oggetto della confisca, “sopralluogo (vennero avanzate anche due date nell’ultima decade di ottobre) che avrebbe riguardato sia i beni confiscati che quelli non confiscati.

A 91 giorni dalla richiesta inoltrata via Pec non si sono avuti riscontri e risposte”-  ha tuonato l’ex sindaco di Formia che, tornando alla carica, ha formalizzato una serie di richieste e, cioè, di aver copia del verbale di sopralluogo e le relazione redatta dall’ufficio in cui si dichiara la non conformità urbanistica come abitazione dell’alloggio confiscato sito al piano terra della proprietà confiscata alla famiglia Bardellino sita in via Giorgio La Pira; “la corretta destinazione urbanistica e catastale delle due proprietà confiscate in Via Giorgio La Pira; gli atti redatti dall’ufficio per predisporre un controllo urbanistico dell’intera proprietà della famiglia Bardellino sita in via Giorgio La Pira (sia degli appartamenti confiscati che quelli ancora di proprietà della famiglia Bardellino) e copia della documentazione e perizia risalente all’epoca dell’assegnazione dei beni confiscati alla famiglia Bardellino in via Giorgio La Pira dall’Agenzia Nazionale Beni Confiscati al Comune di Formia.

L’occasione è ghiotta per avanzare all’architetto D’Angelo altre istanze e, cioè, se stia stia predisponendo la modifica dell’elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed assegnati al Comune di Formia a luglio 2024, “non annoverando più 4 appartamenti in via Giorgio la Pira, ma come si desume dalla relazione dell’Ing. D’Avino in commissione del 16 luglio 2024 (tre appartamenti e una cantina), la possibilità dell’assegnazione alla Guardia di Finanza di altro appartamento con abitabilità, sempre confiscato alla famiglia Bardellino, di proprietà del comune di Formia sito al 1° piano dello stesso fabbricato e dare seguito al protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 2021 e copia del verbale del sopralluogo, se fosse stato eseguito “come preannunciato dalla comunicazione del 7 ottobre 2024”.

La doglianza finale l’ex sindaco di Formia la rivolge al Segretario Generale del Comune di Formia Saccoccia: “Le chiedo se è conforme alla norma al regolamento comunale che dopo 91 giorni, il Settore Urbanistica non dia riscontro alle legittime istanze di un consigliere comunale, soprattutto quando queste vertono su beni di pubblica utilità come i beni confiscati alla criminalità organizzata”.