FORMIA – “Il Sindaco Taddeo inizi a occuparsi seriamente delle fragilità della nostra città. Si parla da anni della realizzazione di un Centro Diurno comunale, bene. Non vi è, però, nessuna certezza sui tempi, la gestione o il luogo in cui verrà realizzato. Nel frattempo, perché si è scelto di mettere in difficoltà gli unici due Centri Diurni di Formia che da anni si occupano di disabilità grave? Perché non si è pensato di coinvolgerli in questo progetto? Sono passate due settimane dalla chiusura del Centro Diurno dell’Herasmus, ma l’Amministrazione non ha fatto ancora nulla. Probabilmente non interessa” . Torna a tenere banco la notizia che nei giorni scorsi ha scosso l’opinione pubblica legata alla chiusura del centro diurno della cooperativa Herasmus, realtà con una lunga tradizione sul territorio formiano, e il medesimo epilogo all’orizzonte di un’altra realtà importante: L’Aquilone. Da sempre impegnate sul versante dell’accoglienza della disabilità, tornano sull’argomento i consiglieri comunali d’opposizione, in quota Pd, Luca Magliozzi e Alessandro Carta.
I due esponenti Dem tracciano innanzitutto una panoramica della situazione: “Se un centro chiude lasciando a casa 15 persone con disabilità grave, non può essere considerato un fatto privato. Non è un problema solo di 15 famiglie o di una cooperativa che non ha più risorse per garantire un servizio essenziale, soprattutto se le cause derivano anche da scelte politiche di questa amministrazione. Anche L’Aquilone, l’altro storico centro diurno della città, è in forte difficoltà. A questo disastro ha contribuito una scelta sbagliata dell’Amministrazione Taddeo: per la prima volta dopo anni, il Comune ha smesso di finanziare i centri diurni, trasformando il sostegno diretto in contributi alle singole famiglie. Una modalità del tutto insufficiente a coprire i costi di gestione. Il risultato? Solo un terzo delle risorse stanziate è stato utilizzato, servizi interrotti, famiglie lasciate sole e un futuro sempre più incerto per chi dipende da questi centri. Un servizio fondamentale rischia di scomparire per mancanza di programmazione”
Magliozzi e Carta poi passano oltre e, non solo eccepiscono il concetto di priorità dell’amministrazione Taddeo, ma si interrogano anche sui motivi della scelta. Una scelta dalla quale sollevano dalle responsabilità l’assessora di riferimento, Rosita Nervino, ed anche il presidente della commissione ad hoc, Antigiovanni. Lasciando tra l’altro aperto un interrogativo: ma chi è stato allora? E scrivono: “La verità è che l’Amministrazione Taddeo sembra aver cancellato il sostegno ai più deboli dalle priorità della propria agenda politica. Questa scelta, già miope, rischia di diventare crudele. Sorprende il silenzio dell’assessora Nervino, che ha dimostrato una certa sensibilità su questo tema, ma oggi sembra non avere voce in capitolo. Infatti, la decisione di non finanziare i centri non è mai stata discussa nella commissione Servizi Sociali: è una scelta presa altrove, mai proposta né dall’assessora Nervino né dal presidente Antigiovanni. Anche a loro chiediamo di non essere complici di una decisione che si sta rivelando fallimentare”
E concludono: “Intanto il Comune trova 120.000 euro per le luci di Natale, ricavati dai risparmi legati all’incapacità di assumere personale. Sarebbe una beffa intollerabile se anche gli 85.000 euro non spesi per i centri diurni finissero in decorazioni. Formia non può essere una città che accende luci e spegne la sua umanità”.