SUD PONTINO – Non fecero parte di alcuna associazione a delinquere di stampo mafioso molti degli imputati che il 26 gennaio 2021 furono arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Formia su ordine dei Pm della Direzione Distrettuale antimafia di Roma nell’ambito dell’operazione “Anni Duemila” che smantellò tra Castelforte, Minturno e Santi Cosma e Damiano un’organizzazione dedita alle estorsioni, allo spaccio di droga e al porto abusivo di armi. Lo ha sentenziato martedì, dopo un rinvio di una settimana, il presidente della sesta sezione penale della Corte di Cassazione Giorgio Fidelbo recependo, di fatto, la richiesta del nutrito ed agguerrito collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Enzo Biasillo, Anna Marciano, Camillo Irace, Pasqualino Santamaria, Enrico Mastantuono, Francesco Ferraro, Mariano Giuliano, Piergiorgio Di Giuseppe, Roberto Palermo, Corradio Viazzo e Cesare Gallinelli.
Se i giudici della Suprema Corte hanno confermato da una parte in via definitiva la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione per Giuseppe Sola (difeso dall’avvocato Marciano ha scontato la pena per la metà) con l’accusa di tentata estorsione, dall’altra hanno chiesto un nuovo processo d’appello per coloro che rispondevano di reati minori rispetto al vincolo associativo di stampo mafioso che la Cassazione ha definitivamente annullato. Dunque per quantificare la condanna dovrà essere rifatto un processo d’appello bis ma davanti ad una sezione diversa, rispetto alla quarta, davanti alla quale lo scorso febbraio si era svolto svolto il dibattimento di secondo grado.
E’ prevalsa dunque la linea difensiva di un collegio, molto qualificato, che, scegliendo dall’inizio il rito ordinario piuttosto che quello abbreviato, ha ottenuto in terzo grado un significativo risultato impensabile rispetto ad otto mesi fa quando la Corte d’appello aveva condannato Decoroso Antinozzi a 9 anni di carcere, Antonio Reale a 5, Maurizio Mendico a 14 anni e 10 mesi, Ettore Mendico a 13 anni e 9 mesi, Gianluigi Mendico a 2 anni e due mesi, Pierluigi Mendico a 7 anni e 4 mesi, Ciro Bonifacio a 8 anni, Francisco Parente a 7 anni e quattro mesi, Alessandro Forcina a3 anni e mezzo, Sergio Canzolino a 3 anni e mezzo, Fabio Buonemani a 7 ani, Adolfo Pandolfo a 4 anni e mezzo, Marika Messore a 3 anni ed un mese di reclusione e – come detto – Giuseppe Sola a 2 anni e quattro mesi di reclusione. Si tratta di condanne, quest’ultime, che dopo la sentenza della Cassazione saranno giocoforza riviste verso il basso dopo il nuovo processo d’appello.