GAETA – I lavoratori del settore turistico sono i più poveri tra tutti i dipendenti del settore privato in provincia di Latina. Un dato paradossale se si considera la crescita del turismo degli ultimi anni con dati che tutti gli indicatori segnano come molto positivi, tranne che per un dettaglio, le retribuzioni. E’ una situazione fotografata molto bene dal dossier realizzato dall’Eures e presentato martedì mattina nel corso del convegno “Lavoro, legalità e territorio”, organizzato dalla Uiltucs presso l’Hotel Summit di Gaeta. “All’interno del settore dei servizi il dato di maggiore “allerta” è quello relativo ai lavoratori delle attività di alloggio e ristorazione, la cui retribuzione media, anche in presenza di una forte discontinuità lavorativa, si attesta a Latina a 7,7 mila euro annui, a fronte di 12,1 mila nel Lazio – si legge nel rapporto Eures. Inoltre “La quota di lavoratori precari più elevata si registra nel settore turistico, che occupa a Latina il 12,5% dei lavoratori del settore privato, dove la percentuale di quelli a tempo determinato o stagionali raggiunge il 61,4% (rispettivamente 37,9% e 23,5%), superando di molto l’incidenza media regionale (38,9%, con il 33,3% di lavoratori a tempo determinato e il 5,6% di stagionali)”.
Ma lo scatto più allarmante arriva dal sondaggi commissionato dalla Uiltucs per sentire la voce diretta dei lavoratori del
Nel corso del convegno la direttrice dell’Ispettorato del Lavoro di Latina Anna Maria Miraglia ha presentato i dati aggiornati sui controlli effettuati dal primo gennaio al 30 novembre 2024 nel settore del commercio e servizi. Ed è emerso oltre l’80% di irregolarità, l’87%nel commerci, l’85% negli stabilimenti balneari, l’83% negli alloggi turistici e ristorazione. Tra il 22 giugno e il 6 luglio 2024 l’Ispettorato ha effettuato una vigilanza straordinaria nell’ambito della lotta al lavoro sommerso del piano 2023-2025. E in quel contesto sono stati trovati 74 lavoratori in posizione irregolare, di cui 23 negli stabilimenti balneari e sono state sospese otto posizioni aziendali, di cui 5 per impiego di lavoro nero e 3 per violazione delle norme sulla sicurezza. Dei 9 lavoratori in nero, due erano in nero e 2 senza permesso di soggiorno. Più in generale nei primi 11 mesi del 2024 nel settore del commercio sono stati tutelati tramite le ispezioni sono stati 170, di cui 50 totalmente in nero e per 37 si è proceduto al recuperi di differenze retributive; sono seguite 40 sospensioni di attività imprenditoriali, di cui 30 per impiego di lavoro nero e 10 per mancata applicazione delle norme sulla sicurezza.