FORMIA – Le promesse, in quanto tali, vanno mantenute. Con questo spirito la nuova governance del pastificio Paone di Formia ha confermato un’indiscrezione che circolava da giorni: è alla ricerca di nuovo personale, necessario per consentire allo stabilimento prelevato nella zona industriale di Penitro di operare a pieno regime. Servono almeno cinque nuovi addetti da aggiungere ai 21 in servizio: se 15 sono stati ‘ereditati’ dalla discussa gestione dell’imprenditore italo-argentino Octavio Leandro Quentin, gli ulteriori sei erano stati assunti al termine di una prima ondata di selezione. In questi giorni è in corso una seconda per la quale la società proprietaria del sito, la Corex spa di Battipaglia, si è rivolta ad una società interinale. “Ma abbiamo necessità di avere direttamente noi stessi richieste di partecipazione a questo piccolo ma significativo piano di assunzione – ha osservato il direttore dello stabilimento formiano Carmine Aliberti – perché siamo interessati a definire gli organici entro la fine dell’anno e permettere al pastificio di portare la produzione della pasta da 650 ad oltre 800 quintali al giorno attraverso tre turni quotidiani per cinque giorni la settimana e, se necessario, anche nei fine settimana”.
Gli interessati – ha sapere la Corex di Battipaglia – possono utilizzare la seguente email di posta info@pastificiopaone.it, per inviare il proprio curriculum specificando le proprie propensioni professionali nel settore manifatturiero. Questa campagna di reclutamento è stata avviata alla vigilia di un’importantissima scadenza molto attesa dalla Corex spa. Il 16 dicembre scadrà il termine, formalizzato dalla sezione esecuzione del Tribunale di Cassino, entro il quale presentare istanze contro la decisione della società salernitana di acquistare le due linee di produzione ed il logo della storica Pasta Paone. A quel punto, se non ci fossero richieste di rilancio che al momento sembrano improbabili ed economicamente penalizzanti, la Corex diventerebbe proprietaria dell’intero complesso industriale di Penitro, non solo del sito – prelevato nel 2019 grazie al concordato preventivo concesso dallo stesso Tribunale di Cassino alla “Domenico Paone spa” – ma anche del suo interno, in primis delle stesse linee di produzione che nel frattempo sono stata rimodulate e sostituite dopo anni di blocco. Che ci sia un positivo fermento produttivo ed occupazionale – le richieste di assunzione stanno arrivando da alcuni addetti rimasti senza lavoro dell’indotto gravitante attorno allo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano – lo conferma un’altra iniziativa messa in campo dal patron di Corex spa.
Salvatore Pisani ha firmato una richiesta al commissario straordinario del Consorzio Industriale del Lazio, il professor Raffaele Quattrini, per ottenere un aumento delle superfici ancora disponibili in rapporto di 33 mila metri quadrati prelevati grazie al concordato preventivo del Tribunale di piazza Labriola e oggetto della richiesta a costruire avanzata 14 anni dall’allora proprietòà, la storica famiglia Paone di Formia. La Corex chiede al Consorzio industriale del Lazio la disponibilità di ulteriori 3000 metri quadri che, alla luce delle assunzioni in corso, servono per la produzione e confezionamento della pasta prodotta ma anche per lo stoccaggio dei prodotti necessari a Corex per esaudire le istanze di produzione della stessa pasta provenienti da altri pastifici e aziende italiane del settore. Il professor Trequattrini è molto interessato a quanto sta avvenendo nel sito produttivo di Penitro e non a caso ha messo a disposizione, dopo una formale di richiesta di accesso agli atti, l’intera documentazione tecnico-amministrativa prodotta nel corso del tempo dal disciolto ex Consorzio industriale del Sud pontino. L’obiettivo industriale di Corex – come ha tenuto a precisare Aliberti – è di aumentare la capacità produttiva che al momento è di poco superiore al 50% delle potenzialità di un opificio che potrebbe garantire la produzione di 22 milioni di confezioni di pasta al mese, pari a 1.500 quintali al giorno. Al momento sono insufficienti gli spazi per la stoccaggio delle merci ed in un’ottica di sviluppo occupazionale servo nuovi spazi previste dal piano regolatore consortile.