FORMIA – Il Natale a Mola, cuore pulsante della movida formiana, parte con il botto. Eppure, i fuochi d’artificio non sono del tipo che ci si aspetterebbe sotto le feste… Al centro dell’attenzione, infatti, ci sono finite le luminarie della “discordia”, che, secondo un’associazione di zona favorirebbero alcune attività commerciali, sfavorendone altre…
Il risultato? In primis, il fatto che l’associazione “Io amo Formia” per protesta ha impedito l’installazione degli addobbi natalizi in via Abate Tosti e in via Tullia, richiamando l’attenzione sulla necessità di regolamentare tutte le attività di zona, anche in tema di decoro, scatenando, però, le ire del consorzio del Borgo di Mola che ha invece sottolineato la violenza dell’azione intrapresa dai manifestanti e della loro volontà di boicottare il programma proposto dal consorzio e approvato sia dal Comune che dalla Regione…
Il botta è risposta che si è venuto così a creare lascia aperta una domanda: prima di arrivare, a pochi giorni dalla festività dell’Immacolata, a un gesto del genere davvero non era possibile una mediazione tra le parti? Davvero bisogna decidere chi ha ragione e chi ha torto tra chi cerca di ravvivare un quartiere e chi cerca di tutelarlo?
In prima battuta a spiegare le proprie motivazioni sono stati i rappresentanti dell’associazione “Io amo Formia” e il comitato “Torre di Mola” che ci hanno tenuto ad evidenziare: “La situazione dovrebbe essere ben diversa da quel che è: aver consentito l’apertura di locali di somministrazione con superfici interne infime, autorizzando poi le attività all’esterno, sulla strada, con musiche ad alto volume fino alle prime ore del mattino, ha comportato e tuttora comporta notevoli disagi.”
E ancora: “Via Abate Tosti è stretta, con fabbricati su ambo i lati che non consentono una sufficiente dispersione dei suoni. I rumori, creati anche dal semplice vocio dei presenti, che si attardano dopo l’orario di chiusura dei locali, non consentono di poter riposare.
Nei fine settimana e durante le festività, come il Natale, la presenza di centinaia di persone in luoghi stretti, senza adeguate vie di fuga, produce seri problemi di sicurezza. La consumazione prevalente di prodotti alcolici, ne restringe ancor più i margini, così come l’uso di riscaldamento a gas (cosiddetti funghi), dislocati in spazi confinati ed affollati, costituisce un’altra fonte di pericolo.”
Non solo. Per le due associazioni a tutto ciò bisogna aggiungere “la dispersione di bottiglie, bicchieri e lattine, nonché lo smaltimento selvaggio dei rifiuti, anche da parte di alcuni residenti che non rispettano il calendario di raccolta, la pessima abitudine di urinare negli angoli delle traverse… per cui la via Abate Tosti, patrimonio dell’Unesco, diventa oggettivamente brutta e invivibile.”
Insomma, l’altra faccia della movida formiana, quella che non vediamo, ma che chi vive quotidianamente lì non può certo ignorare. Per questo dalle associazioni si chiedono “il perché di tanta ostinazione a non vigilare la ZTL, a non regolamentare gli orari di apertura e chiusura dei locali, a impedire la diffusione di musiche ad alto volume all’esterno e per giunta fino alle prime ore del mattino…”
E ancora: “In occasione delle prossime festività, sarebbe prevista la chiusura della via dei Provenzali, con la pedonalizzazione del primo tratto di via Abate Tosti. Tale misura aumenterà l’occupazione della strada, che già oggi è largamente interessata da un grosso cantiere, creando ulteriori disagi e problemi di sicurezza. Saranno garantiti gli accessi con le normali operazioni di carico e scarico delle merci ad attività diverse da quelle di somministrazione?”
Domanda lecita, quindi. Tant’è che le due associazioni concludono: “Da tempo i residenti chiedono questi minimi interventi del vivere civile, sottolineando il principio che non si può piegare un quartiere ai soli interessi commerciali, senza il benché minimo intervento sul decoro, la qualità dei luoghi e la regolamentazione delle attività.
Allo stato dei fatti – chiosano -, siamo ben lontani dal riconoscimento mondiale dell’Unesco ma piuttosto vicini alla via dove ognuno fa quel che gli pare…”
Ma una campana sola non va mai ascoltata. Quindi, qual è la ragione del botta e risposta? Cosa ha da dire il Consorzio del Borgo di Mola, l’anima che si cela dietro ai progetti che hanno preso vita nel quartiere?
Ebbene, il presidente Rosato e la vicepresidente Fedele hanno tenuto a sottolineare come ieri mattina “un ristretto manipolo di sedicenti rappresentanti che millantano di “Amare Formia” e si spacciano per rappresentanti di “Comitati” di cui non si conosce la vera rappresentanza, ha di fatto impedito la installazione degli addobbi natalizi in Via Abate Tosti e Via Tullia. Sicchè a parere di questi facinorosi pasdaran della tutela del patrimonio della storica Via Appia, gli addobbi che vengono installati in tutte le città del Mondo in coincidenza delle Feste di Fine d’anno per sottolineare l’atmosfera festosa e gioiosa del Santo Natale, e che rendono vive le Piazze e le Strade dalle più famose ai vicoli più sperduti dei Borghi d’Italia, in Via Abate Tosti non possono essere installati.”
E ancora: “Con l’azione violenta di oggi, che ha costretto gli operai della Ditta a rinunciare al loro lavoro, crediamo si sia superato ogni segno da parte di chi sta tentando con ogni atto di boicottare la realizzazione di un progetto – Il programma di rete proposto dall’associazione Il Borgo di Mola e approvato sia dalla Regione Lazio che dal Comune di Formia – che ha come obiettivo quello di valorizzare l’antico quartiere marinaro migliorandone la sua vivibilità, la sua accoglienza; riqualificandolo; promuovendo iniziative che aiutino il commercio e l’economia della città e creino occasioni di interesse culturale. Così è stato questa estate con l’iniziativa “Il GUSTO DEL CINEMA”, organizzata con l’Associazione “Giuseppe De Santis”, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone alla rassegna cinematografica e al concerto svolto in Piazza Torre di Mola agli inizi di settembre scorso. Così sarà con l’evento in corso di programmazione per le Festività di Natale denominato “COLORIA MOLA DI ROSSO”, di cui saranno divulgati nei prossimi giorni il programma.”
Quindi, l’obiettivo del Consorzio è sacrosanto: ravvivare uno dei quartieri più storici della città, mettendo anche in luce tutte le attività che ne fanno il cuore pulsante della movida nostrana. Ma come risolvere le annose questioni portate alla luce dall’altra associazione? A questo il consorzio non ha saputo rispondere, preferendo invece appellarsi all’amministrazione comunale affinché “ponga in essere tutte le azioni a tutela delle circa 30 imprese e attività commerciali, di ristorazione, artigianali, dei servizi e ambulanti che svolgono la loro attività nel Borgo di Mola, che hanno investito sul futuro di Formia, che alzano la serranda ogni mattina, che creano occupazione a non meno di 100 addetti diretti e indiretti e sostengono le filiere produttive connesse alle loro attività, creando sviluppo e occupazione. Sono attività che vogliono solo il bene di Formia e di chi vi abita o vi soggiorna per turismo, per il suo paesaggio e per le sue bellezze storico-culturali e non meritano di subire gli attacchi di alcuni facinorosi che stanno creando un vero allarme sociale e danni alla stessa città di Formia dandone un’immagine distorta, come se fosse degenerata, immorale, incivile e in preda alla perdizione…”
Dal Consorzio poi concludono: “Formia merita ben altro ed è ora che qualcuno dica basta a queste azioni dannose e continui a sostenere e incoraggiare con maggiore incisività e determinazione il nostro progetto di rilancio della città e ogni progetto teso allo sviluppo sociale, economico e culturale.”
Quindi, per tornare alla fatidica domanda di prima: chi ha ragione e chi ha torto? Difficile dirlo. Certo è che, se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, viene naturale sperare che una mediazione tra le parti sia ancora possibile. Anche perché altrimenti si potrebbe pensare che ai formiani piaccia litigare piuttosto che trovare soluzioni a domande lecite…