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Sperlonga /Aumento canone idrico, sindaco Cusani chiede convocazione assemblea soci Acqualatina per proporre ricorso Tar

SPERLONGA – Appena sarà pubblicata,  l’assemblea dei soci di Acqualatina dovrà impugnare la delibera della conferenza dei sindaci dell’Egato 4 che nei giorni scorsi ha aumentato il canone idrico del 3,5% sino al 2029. La richiesta arriva da quello che è considerato il ‘papà politico’ dell’ente gestore, l’ex presidente della Provincia ed attuale sindaco di Sperlonga Cusani. Quest’ultimo è stato, insieme ad altri quattro sindaci, ad votare contro il ritocco tariffario dell’ente gestore perché “inutile ed inopportuno” a fronte della volontà della società di attuarlo per finanziare un piano di investimenti sul territorio dell’Egato 4. Il sindaco Cusani è stato l’unico a esprimere le sue doglianze  contro questo ritocco tariffario che, inizialmente del 9%, era sceso al 6% dopo una trattativa a distanza tra la società  e i Comuni. 
Il due volte presidente della Provincia di Latina spera che  bloccare la delibera contenente gli aumenti  decisi dai comuni sia l’Arera ma considera inevitabile una presa di posizione dell’assemblea dei sindaci che, di concerto con il consiglio d’amministrazione di Acquatina, dovrebbe impugnare al Tar  il ritocco tariffario per i prossimi anni. Cusani  ha definito non trascurabile il monito contenuto in una lettera che l’amministratore delegato di Acqualatina Marco Lombardi aveva inviato prima del voto della conferenza dei sindaci agli stessi comuni e all’Egato 4 e, dunque, al presidente della Provincia Gerardo Stefanelli e al responsabile della segreteria tecnico operativa Umberto Bernola. L’incremento annuo del solo 3,5% della tariffa idria “peggiorerebbe il fabbisogno finanziario della società, aumenterebbe il suo indebitamento di 10milioni già nel biennio 2024-2024 con la inevitabile riduzione degli investimenti”. A dire dell’ex presidente della Provincia quest’ultimi sono realizzabili invece“senza mettere le  mani in tasca ai cittadini “ utilizzando i canoni concessori messi a disposizione dei comuni, chiedendo l’intervento finanziario di Regione e governo e intercettando fondi comunitari.

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