Jannik Sinner e il rischio di una pesante squalifica, occhio all’ultimo comunicato: possibile svolta per l’azzurro, cosa succede
Dopo un 2024 che in campo è stato davvero da sogno, Jannik Sinner non vuole fermarsi e vuole la conferma del suo rango di numero uno incontrastato nel tennis. Dunque, dopo un brevissimo periodo di vacanza dopo gli ultimi trionfi, a novembre, alle ATP Finals e in Coppa Davis, l’altoatesino è già tornato al lavoro.
Per preparare la prossima stagione, Sinner si sta allenando a Dubai e le immagini dei suoi allenamenti stanno facendo il giro del web, con numerosissimi tifosi e appassionati a tenerlo d’occhio. Il classe 2001 ha dato una grande dimostrazione di forza negli ultimi dodici mesi e vuole ribadire tutto questo, presentandosi al via nel 2025 nella miglior forma possibile. C’è subito da difendere il titolo agli Australian Open, per dare un segnale forte alla concorrenza e confermare che il migliore di tutti è ancora lui.
Nel frattempo, sullo sfondo, pesa sempre, purtroppo, la vicenda Clostebol che potrebbe costargli una lunga squalifica. L’assoluzione da parte della ITIA per la contaminazione con la sostanza a seguito di un massaggio non è bastata, l’agenzia internazionale antidoping – la WADA – vuole andare fino in fondo. Tra febbraio e marzo, ci sarà la discussione del ricorso al TAS e lì scopriremo se per Sinner ci sarà l’assoluzione definitiva oppure un verdetto diverso. Intanto, l’ultimo comunicato ufficiale fa drizzare le antenne.
A scendere in campo è la stessa WADA, con affermazioni che chiariscono quale sia l’orientamento nei confronti di casi simili a quello di Sinner. Aumentando la preoccupazione del pubblico.
Queste infatti le parole espresse dalla WADA, che ha annunciato una nuova lista di sostanze proibite che entrerà in vigore dal 1 gennaio: “Sono stati aggiunti ulteriori esempi alle classi di sostanze, per aiutare i giocatori e il loro entourage a identificare quelle proibite – si legge – Gli atleti sono responsabili delle sostanze proibite trovate nel loro corpo e dei metodi proibiti utilizzati. Se c’è qualche dubbio su sostanze o su metodi di utilizzo, è bene contattare le rispettive organizzazioni antidoping per un consiglio”. Insomma, da parte della WADA c’è sempre più il pugno di ferro. E questo non aiuta, anche se il TAS dovrà essere autonomo nel proprio verdetto.