SPERLONGA – Sarà stato un pugno nello stomaco per il sindaco di Sperlonga Armando Cusani dopo aver ricevuto dall‘Agenzia delle entrate una certificazione – che possiamo mostrare – in base alla quale l’hotel “Grotta di Tiberio” non è più nella disponibilità della famiglia e del suocero – titolare della società “Chinappi Aldo Erasmo & C. s.a.s” ma del comune di Sperlonga di cui è Sindaco. Questa registrazione pone fine ad una datata querelle societaria e giudiziaria molto delicata per essere stato un tempo lo stesso sindaco Cusani socio di minoranza della società gestita dal suocero finendo per essere indagato per abusivismo edilizio.
A chiedere al comune di Sperlonga di attribuirsi la titolarità del rinomato albergo realizzato lungo il litorale di levante erano state parte delle minoranze alla luce di una clamorosa sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato abusiva la struttura ricettiva e intimato al comune di Sperlonga di avviare la procedura di abbattimento o – come detto- la sua acquisizione. La proprietà agli inizi del 2024 aveva provato a riaprire i battenti dell’hotel in vista della stagione turistica ma alla fine di giugno scorso il sostituto procuratore Giuseppe Miliano inviò i Carabinieri forestali che apposero i sigilli all’albergo per i pregressi reati di abusivismo edilizio .Adesso l’amministrazione comunale del sindaco sarà chiamata a definire la destinazione d’uso dell’albergo definendo il tipo di attività sociali es economiche ospitare.
Se il capogruppo della lista di opposizione Alessandro Zori ha chiesto provocatoriamente di chiedere alla giunta Cusani di avere la disponibilità di un spazio all’interno dell’albergo per ubicarvi la sezione locale del partito Democratico, lo storico capogruppo Nicola Rreale è durissimo quando afferma che la trascrizione dell’Agenzia delle Entrate è “importante perché in tanti di una certa politica a Sperlonga hanno sempre pensato che sono più forti della legge”.
In effetti questa datata controversia giudiziaria e amministrativa ha conosciuto una svolta determinante quando nel maggio 2022 l’allora dirigente del Settore Urbanistica del Comune Pietro D’Orazio firmò l’ordine di demolizione rievocando tutti i permessi a costruire sempre contestati dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano.