GAETA – Come Claudio Gentile contro Diego Armando Maradona, Zico e Karl Heinz Rumenigge ai vittoriosi mondiali di Spagna 1982. Ormai è diventata un’asfittica marcatura ad uomo quella che ha promosso l’Agcm, l’Autorità garante del mercato e della concorrenza contro il comune di Gaeta. La riprova, puntuale come un costosissimo orologio svizzero, è contenuta in una nota – o meglio in una diffida – che l’Authority sulla concorrenza ha inviato al comune di Gaeta e, per la precisione, al sindaco Cristian Leccese. Si chiede di controdedurre , di spiegare la legittimità dell’iter avviato nel consiglio comunale lo scorso 24 agosto quando con i soli voti della maggioranza fu avviato l’iter per l’approvazione di cinque progetti di finanza finalizzati al rilascio ad altrettanti stabilimento balneari del litorale di Serapo della concessione demaniale per i prossimi vent’anni. Naturalmente l’Agcm in questa lettera diffida contesta la decisione dell’amministrazione comunale di Gaeta di “premiare” quegli imprenditori che, in cambio del rinnovo delle concessioni demaniali, si impegnano a realizzare, con loro investimenti privati, migliorie ed interventi che avrebbe dovuto, invece sostenere l’amministrazione comunale.
L’Autorità sulla libera concorrenza ha concesso al comune di Gaeta un termine di 60 giorni, un intervento che si inserisce in un annuncio stampa del sindaco Leccese – che tale è rimasto – di voler approvare altri 17 progetti di finanza sui quali l’Agcm sembra contestare un principio regolamentare del Comune di Gaeta in base al quale verrebbe garantito , in caso di risultato ex aequo tra due o più domande di partecipazione, il diritto di prelazione a favore dell’attuale concessionario dello stabilimento balneare di Serapo oggetto di affidamento.
La questione è delicatissima anche per eventuali ricorsi e contenziosi anche per un’altra circostanza: sono diverse le richieste di partecipazione formalizzate per ciascuno dei cinque stabilimenti balneari di cui il 24 agosto sono stati approvati dal consiglio comunale (secondo le minoranze di centrosinistra quest’onere sarebbe dovuto essere invece della Giunta Municipale) al termine di un’aspra discussione ed approvazione. Che questa nuova diffida dell’Agcm possa rallentare la procedura per il varo dei cinque progetti di finanza presentati al comune di Gaeta la conferma è arrivata lunedì da una riunione di maggioranza nel corso della quale il sindaco Leccese ha voluto tranquillizzare i suoi consiglieri comunali sulla bontà e sulla giustezza del voto consiliare del 24 agosto scorso finalizzato all’assegnazione delle concessioni demaniali per finalità turistico-balneari.
Ad “intrufolarsi” a latere nella discussione in atto nella maggioranza Leccese sono stati i consiglieri comunali di opposizione Franco De Angelis ed Emiliano Scinicariello che, in qualità di rispettivamente di presidente e componenti commissione “Controllo e garanzia”, hanno formalizzato martedì una richiesta di accesso agli atti per ottenere “con estrema urgenza” copia della lettera diffida dell’Agcm. E il motivo è presto detto. L’ha scritto anche il presidente De Angelis, interessato (vuoi anche per “necessità di convocare una commissione Controllo e garanzia” sul tema). I consiglieri De Angelis e Scinicariello hanno chiesto di avere la carte dell’Agcm in una lettera aperta inviata al segretario comunale Patrizia Cinquanta, al dirigente del dipartimento Sviluppo economico Pietro D’Orazio (dal 1 gennaio lavorerà a tempo pieno ed indeterminato presso il comune di Formia) e al presidente del consiglio comunale Davide Speringo motivando la richiesta “in considerazione delle indiscrezioni che arrivano da più parti, in particolari da diversi operatori balneari di Gaeta”.
L’Agcm – come si ricorderà – ha già messo a segno un punto contro il comune di Gaeta. Poco più di un mese il Tar del Lazio- sezione di Latina ha annullato, proprio su ricorso dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza , la delibera della Giunta Municipale di Gaeta che esattamente un anno fa, il 21 dicembre 2023, prorogava di un anno, al 31 dicembre 2024, le concessioni demaniali per finalità turistico balneari. L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiesto ed ottenuto l’annullamento della delibera numero 250/2023 perché, a suo dire, il comune di Gaeta avrebbe dovuto e potuto disapplicare la normativa nazionale che contrasta con i principi e la disciplina comunitaria. Insomma la Giunta Leccese avrebbe violato la normativa sulla libera concorrenza circa la mancata applicazione della Direttiva Bolkestein, che obbliga i Comuni costieri a mettere a bando le aree demaniali, tra cui gli stabilimenti, ma anche pontili e altri spazi con finalità turistiche.
L’associazione “Mare Libero” aveva inviato l’8 gennaio all’Agcom la delibera numero 250 approvata dalla Giunta gaetana per permettere alla stessa Autorità sulla concorrenza di esprimere un suo parere. Ne scaturì un confronto a distanza con il comune di Gaeta che il 3 maggio scorso aveva ribadito, da par suo, la legittimità del suo operato. L’Agcm nella seduta del 21 maggio scorso – e l’aveva rivelato il suo segretario generale Guido Stazi in una lettera all’avvocato Roberto Biagini del coordinamento nazionale di “Mare Libero Aps”- aveva chiesto ed ottenuto il conforto del Tar maturando nel frattempo una propria convinzione: le concessioni demaniali scadute il 31 dicembre scorso andavano assegnate – come prevede la direttiva comunitaria Bolkstein – attraverso gare procedure pubbliche di gara “rispettose dei principi di equità, trasparenza e non discriminazione”. Insomma i tre principi cardini della libera concorrenza che il Tar non ha riconosciuto all’analogo operato del comune di Formia al quale è stata annullatya, perché illegittima, la delibera numero 285 con cui lo scorso dicembre aveva prorogato le concessioni demaniali a 55 attività turistico ricreative per l’intero 2024. Ma passata la festa… gabbato lo santo.