La nuova scoperta può salvare moltissime vite, perché il materiale si scioglie in soli dieci giorni: gli ambientalisti esultano per ciò che si potrebbe evitare
La plastica è un grosso problema per l’intero pianeta. Non si riesce a far fronte a un problema che sta diventando sempre più serio con il passare degli anni. L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di regolarizzare il suo utilizzo in modo da inquinare il meno possibile, ma non è semplice. Perché molta di quella plastica finisce in mare, inquina e danneggia la salute degli animali.
Ovviamente, non è solo un problema dell’Unione Europea, ma di tutto il mondo. L’ideale sarebbe riciclare, anche se non è semplice, perché al di là di tutto si tratta di un problema culturale. Ancora oggi, molte persone gettano a terra rifiuti di plastica, o peggio ancora nei corsi d’acqua. Ma il mare restituisce tutto con gli interessi.
Basta pensare alla famosa isola galleggiante nell’oceano Pacifico, composta da una quantità di rifiuti plastici quattro volte più grande della Germania. Si sente parlare anche delle microplastiche, che sono frammenti derivanti dalla decadenza degli indumenti e dei flaconi, sono grandi pochi millimetri e sono stati ritrovati anche nel sangue umano.
Il Corriere della Sera ha offerto degli spunti molto interessanti sul problema della plastica. Non è ancora stata trovata una soluzione politica per affrontare il problema. C’è chi vuole dei ‘batteri mangiaplastica’ che possano distruggere il polietilene tereftalato, che viene utilizzato per produrre le bottiglie d’acqua. Ma secondo il quotidiano è stato inventato un nuovo tipo di plastica che non è inquinante.
E’ successo in Giappone, precisamente al RIKEN Center for Emergent Matter Science in collaborazione con la facoltà di Chimica e Bioingegneria dell’Università di Tokyo da parte dei ricercatori giapponesi. La nuova plastica ha le stesse caratteristiche di quella a cui siamo abituati, si può produrre di tutto, ma è naturalmente biodegradabile. Si decompone con il tempo anche nell’acqua di mare, possono bastare 10 giorni, e i risultati pubblicati sono straordinari.
Di base, nessun oggetto andrebbe gettato in mare anche se è biodegradabile. Serve senso di responsabilità, salvaguardare il nostro pianeta sta diventando la priorità assoluta. Allo stesso tempo, bisogna considerare che una scoperta del genere potrebbe per sempre cambiare il nostro modo di vivere, dando una grossa mano a chi lotta per cambiare le cose.