Lotta al ‘pezzotto’, sentenza storica: se lo usi, rischi davvero grosso

Come noto, la visione del ‘pezzotto’ è illegale: nuove misure di contrasto alla visione pirata dei contenuti, una sentenza cambia tutto

Anche nel periodo natalizio, quest’anno, il calendario calcistico non si ferma. Dunque, per tanti appassionati, la possibilità di vedere con maggiore relax le partite in tv, ma negli ultimi tempi sono stati sempre di più gli utenti che hanno scelto di aderire alla visione di contenuti pirata con il classico ‘pezzotto’, una pratica che le autorità calcistiche e non stanno cercando di debellare.

Pezzotto
Lotta al ‘pezzotto’, sentenza storica: se lo usi, rischi davvero grosso – Temporeale.info

 

Sfruttando server di streaming illegali, con il ‘pezzotto’ si cerca di ammortizzare i costi ritenuti eccessivi per quanto concerne le piattaforme tv e di usufruirne risparmiando. Ma si tratta di una pratica che va a ledere il mercato dei diritti audiovisivi. La cosa, oltretutto, non riguarda soltanto i contenuti a carattere calcistico e sportivo, ma anche film, serie tv, programmi di intrattenimento e molto altro.

L’impegno da parte delle istituzioni sportive e delle forze di polizia per contrastare il fenomeno si fa sempre più intenso. Negli ultimi giorni, in particolare, è arrivata una sentenza fondamentale, che cerca di mettere un freno alle innumerevoli visioni pirata nel nostro paese. Ecco di che cosa si tratta e quali sono i rischi per chi contravviene alla legge.

‘Pezzotto’, la sentenza del Tribunale di Milano: canali bloccati e comunicazione del nome degli utenti illegali

Poco prima di Natale, il 20 dicembre, il Tribunale di Milano ha emesso un provvedimento volto a svelare i nomi di dominio illegali dei server e i nomi degli utenti fraudolenti, nei confronti della società americana Cloudflare, che si occupa di servizi internet.

Indagine pezzotto
‘Pezzotto’, la sentenza del Tribunale di Milano: canali bloccati e comunicazione del nome degli utenti illegali – Temporeale.info (fonte: © ANSA)

 

La decisione ha accolto il reclamo della Lega Nazionale Professionisti Serie A e di quella della Serie B, a tutela dei diritti audiovisivi, con il procedimento che ha visto la partecipazione anche di DAZN e di Sky, parti in causa. E’ particolarmente rilevante il fatto che da parte di Cloudflare dovranno essere forniti i nominativi dei vari indirizzi IP coinvolti, dai gestori dei server illegali fino agli utenti finali. Se la società statunitense non dovesse ottemperare a questa richiesta, incapperebbe in una penale di 100mila euro al giorno.

A Cloudflare si contesta il mancato intervento nel segnalare l’utilizzo dei propri server per il ‘rimbalzo’ del segnale illegale dai gestori fraudolenti. Nel momento in cui si dovesse risalire agli utenti finali, per tutti loro arriverebbe una pesante multa amministrativa. Motivo per il quale, in molti, forse, eviteranno di ricorrere al ‘pezzotto’ in futuro.

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