Attenzione alle truffe online anche nel 2025. Tantissimi italiani, purtroppo, ne sono stati già vittime. Ecco quali sono le più comuni e come è possibile difendersi
Purtroppo è diventata un’esperienza comune a tantissimi italiani quella di imbattersi in tentativi di truffa e raggiri, veicolati attraverso il web o i dispositivi che utilizziamo quotidianamente.
Truffe che hanno vari nomi e diverse tecniche di attuazione ma che mirano, tutte, allo stesso scopo ovvero estorcere informazioni e dati sensibili al malcapitato che può ritrovarsi, improvvisamente, a fronteggiare una perdita di denaro ingente oppure ad acquistare un prodotto o un servizio non richiesto. Il tutto, con l’ulteriore e pesantissima beffa di non riuscire a riparare alle conseguenze imminenti della truffa appena subita.
Anno nuovo, vecchie truffe verrebbe da dire. Con il 2025, infatti, hacker e malintenzionati sono sempre in agguato e pronti a perpetrare i loro tentativi di raggiro sul web e non solo. Attenzione, pertanto, se doveste imbattervi in una delle situazioni che vi descriveremo, in quanto il rischio di ritrovarvi nei guai è davvero dietro l’angolo.
Attenzione a queste truffe, rischiate di perdere tutto
Cominciamo dall’SMS di addebito. E’ capitato a tantissimi di ricevere questo messaggio di testo sul proprio telefono: “Richiesta di addebito di 4.900 euro, confermata. Per Info/Blocchi ci contatti al seguente numero..”. Si tratta di una richiesta inviata da un mittente in apparenza conosciuto come una banca o un servizio di pagamento precedentemente utilizzato. In realtà è un SMS truffa che vi induce a cliccare sul link proposto che vi reindirizza a un sito nel quale possono essere richiesti dati sensibili come PIN e codici di sblocco di conti correnti e carte di credito. Se li rilasciate, i malviventi impiegheranno pochissimo tempo per sottrarvi denaro. Pertanto, se ricevete un SMS simile eliminatelo prontamente senza rispondere.
Attenzione ai messaggi mail o su Whatsapp su presunte vincite di denaro o pacchi premio. Anche in questo caso vi viene consigliato di cliccare su un link per completare la procedura con il rischio di rilasciare informazioni personali segretissime o scaricare malware che possono addirittura impossessarsi del controllo del vostro dispositivo.
Un altro tentativo di truffa molto comune è quello delle chiamate ricevute da numeri sconosciuti con prefisso estero. Tra quelli più sfruttati dai malviventi ci sono gli identificativi telefonici di Francia (+33), Tunisia (+216), Moldavia (+373), Kosovo (+383), Belgio (+32), Spagna (+34) e Gran Bretagna (+44). E’ così che si attua il cosiddetto Wangiri, un termine derivato dal giapponese che indica la pratica di far squillare un telefono e chiudere subito la comunicazione.
Può capitare che chi riceve chiamate da questi numeri sia tentato dal richiamare subito per scoprire chi c’è dall’altra parte del telefono. E’ proprio in questa fase che si attua la truffa con la telefonata che viene girata a utenze in sovrapprezzo o dedicate all’attivazione di servizi non richiesti. Il risultato immediato è un prosciugamento del credito telefonico. Pertanto, diffidate da questi numeri esteri, non li richiamate e bloccateli prontamente tramite l’apposita funzione del vostro smartphone.
Recentissimo è un altro tentativo di truffa che si attua su Whatsapp. “Ciao vorrei parlarti di lavoro, aggiungi questo numero su Whatsapp“, questo il messaggio recapitato a molti utenti dell’applicazione che, incuriositi dalla proposta, decidono di avviare una chat, ignorando che dall’altra parte c’è un truffatore. Quest’ultimo vi indurrà a condividere informazioni sensibili come coordinate bancarie e password con le quali può entrare in possesso di conti e carte di credito o prepagate con l’epilogo che potete immaginare
Resta sempre molto diffusa anche la truffa legate alle Cryptovalute che si attua con la ricezione di mail o messaggi su Whatsapp o Messenger con la promessa di importanti e immediati guadagni qualora decideste di investire sulla moneta virtuale. Il fine è lo stesso di quelli elencati in precedenza. Non si tratta infatti altroché di servizi fraudolenti creati allo scopo di accedere alle vostre informazioni personali per sottrarvi denaro o disporre dei vostri dati sensibili per fini tutt’altro che leciti.