Ora ha un nome la grande minaccia che minaccia l’intero pianeta. Stavolta non si tratta di un virus ma è potenzialmente devastante tanto da mobilitare già l’ONU
Si chiama 2024 YR4, ha un diametro che oscilla tra i 40 e i 100 metri ed è stato individuato per la prima volta poco più di un mese, suscitando una discreta apprensione in coloro che l’hanno osservato per primo.
Ebbene, con quella sigla composta da due lettere, un numero e l’anno di riferimento, è stato denominato un asteroide di grandi dimensioni per il quale è stata prevista una lievissima percentuale di impatto con la terra tra sette anni, precisamente il 22 dicembre 2032. Questa la data, al momento stimata, in cui questo masso enorme di materia spaziale potrebbe abbattersi sulla Terra in un luogo imprecisato e con effetti potenzialmente devastanti.
Subito dopo la sua scoperta, l’asteroide è stato oggetto di ulteriori osservazioni a parte del Near Earth Objecy (Neo), dell’Agenzia Spaziale Europea e del Jet Propulsion Laboratory della Nasa per ottenere altre informazioni su dimensioni, composizione e traiettoria. I dati raccolti saranno analizzati nella riunione dello Space Mission Planning Advisory Group dell’Onu prevista a Vienna. Nell’occasione si discuterà già di eventuali strategie per limitare al massimo il rischio di un possibile impatto dell’asteroide sul pianeta.
In base ai dati disponibili dopo le prime osservazioni, la probabilità che l’asteroide 2024 YR4 possa colpirci è di 1 su 83. Gianluca Masi, astrofisico e presidente del Virtual Telescope Project, in un’intervista rilasciata a Fanapage, ha specificato che questa percentuale è molto incerta perché basata su pochi dati parziali. Un incertezza – prosegue l’esperto – che non ci permette di escludere la possibilità di un impatto che produrrebbe danni importanti a livello locale.
Masi ritiene che la collisione dell’asteroide con la Terra sia comunque un’eventualità davvero remota. “Io credo che il rischio sarà ridotto a zero. Possiamo stare tranquilli. E’ già in fase di allontanamento e non è detto che nella prossima finestra di osservazione si riesca a definire la sua sorte“, sottolinea l’astrofisico per il quale “l’incertezza non deve essere vista con preoccupazione.”
Per rassicurarci ulteriormente, Masi evidenzia come siano già attivi istituti e gruppi di lavoro che monitorano potenziali minacce per la Terra anche con possibili scenari di intervento che prevedono missioni spaziali dedicate. A conclusione del suo intervento, l’astrofisico cita il caso di Apophis, il “re” degli asteroidi scoperto nel 2004 con una probabilità ben più alta di impatto di quella di 2024 YR4. Successivi cicli di osservazione hanno appurato che il rischio collisione si è azzerato totalmente, fattispecie che dovrebbe verificarsi anche in questo caso.