L’incredibile scoperta riguarda l’aspirina anti cancro, che può trasformare per sempre il mondo della sanità e il modo in cui le persone si curano: tutti i dettagli
Tutti conoscono l’aspirina, è probabilmente il farmaco più noto al mondo. Quotidianamente milioni di persone la prendono per i suoi effetti sulla salute. Funge da antinfiammatorio, ma anche da antidolorifico e antipiretico. La sua azione preventiva aggregante, inoltre, permette la formazione di trombi nel sangue, i principali responsabili di infarti del miocardio e di ictus cerebrali.
L’acido acetilsalicilico è il principio attivo dell’aspirina, che prende il nome dopo l’iniziativa della Bayer, ovvero la prima azienda che le ha prodotte. Piccola curiosità: i giocatori del Bayer Leverkusen, squadra fondata proprio dalla multinazionale farmaceutica, sono detti ‘le aspirine’. Tornando al farmaco, bisogna sottolineare che la sintesi di esso non è mai stata cambiata, ma sempre di più si aggiungono dei nuovi effetti a distanza.
Un esempio può essere che l’aspirina, se assunta in piccole dosi e per lunghi periodi, può ridurre di molto il rischio del cancro al colon retto per chi è predisposto. Lo afferma la ricerca della Oxford University fatta su 25 mila pazienti: circa 75mg di cardio aspirina, assunta quotidianamente da 4 a 8 anni, riduce o azzera il possibile arrivo di tumori intestinali per i soggetti a rischio.
Oltre a ridurre il rischio di svilupparlo nei soggetti a rischio, ha anche diminuito il tasso di recidive in quei pazienti portatori o già operati. I risultati sono molto incoraggianti e infatti gli oncologi sono soddisfatti, tanto da estendere questa terapia preventiva anche ad altri tipi di neoplasie. Bisogna comunque sottolineare che l’aspirina non è il farmaco usato come prima scelta per la prevenzione, ma può avere comunque un ruolo protettivo date le ricerche svolte in questi anni.
La ricerca della Karolinska Institutet in Svezia ha sviluppato che uno studio clinico su 3 mila pazienti operati di tumore al colon al II e III stadio, in fase locale avanzata ma non metastatica, ha dimostrato che chi prendeva aspirine a basse dosi per i tre anni dopo l’intervento ha avuto un rischio recidiva del tumore inferiore al 56% rispetto a chi non l’assunta. Si tratta di una scoperta molto importante che può portare delle cose positive per chi ha subito il cancro al colon-retto e che può continuare a rivoluzionare la terapia.