Parcheggio sulle strisce blu: ecco quando non devi assolutamente pagare

Il parcheggio sulle strisce blu non va pagato se sussistono queste condizioni. Vale ovunque, in tutta Italia

La ricerca di un parcheggio libero, e possibilmente gratuito, è un tormento per tantissimi automobilisti, costretti a vagare per interminabili minuti prima di trovarlo senza dover compiere spostamenti a piedi troppo lunghi verso il luogo di destinazione.

parcheggio strisce blu
Parcheggio sulle strisce blu: ecco quando non devi assolutamente pagare – temporeale.info

Peregrinazioni e giri infiniti che, il più delle volte, possono concludersi con un nulla di fatto, costringendo l’automobilista a posizionare la propria auto in quella che è l’unica alternativa che gli è rimasta ovvero le strisce blu a pagamento. Chi non si rassegna a quest’epilogo, finisce invece per parcheggiare in luoghi non consentiti, esponendosi al pericolo di multe e rimozione del veicolo.

Proprio a causa delle difficoltà di trovare parcheggio, non stupisce che le multe per divieto di sosta siano tra le infrazioni stradali più sanzionate, posizionandosi al secondo posto dietro solo quelle per eccesso di velocità. Chi parcheggia in doppia fila o in posti non consentiti può incorrere in una multa da 41 a 168€. Non tutti sanno poi che un parcheggio errato può diventare addirittura un reato penale (violenza privata o interruzione di pubblico servizio) se l’auto ostacola il transito di mezzi pubblici, ambulanze, pattuglie di polizia in servizio o altri veicoli adibiti al trasporto di persone disabili.

Multa sulle strisce blu, in questi casi non si deve pagare: va tutto documentato

Come già anticipato, le difficoltà nel reperire parcheggi liberi vicini costringono gli automobilisti a ricorrere a quelli delimitati dalle strisce blu, quindi a pagamento. Anche in questi stalli, tuttavia, è possibile incorrere in multe dovute principalmente al mancato pagamento del ticket per la sosta o alla permanenza per un tempo superiore rispetto a quello stabilito dal ticket stesso.

Esistono dei casi in cui la multa emessa per uno dei motivi appena elencati può essere impugnata e non pagata. Anzitutto, la prima fattispecie che favorisce gli automobilisti è la presenza di un parchimetro non funzionante. In casi simili, si deve fornire una prova tangibile del mancato funzionamento tramite una foto del dispositivo, accompagnandola da una concomitante segnalazione alla polizia locale. Deve essere altresì premura dell’automobilista sincerarsi che tutti i parchimetri, e non solo quello più vicino alla propria auto, siano fuori uso.

vigile multa divieto di sosta
Multa sulle strisce blu, in questi casi non si deve pagare: va tutto documentato – temporeale.info (Foto Ansa)

Se il parchimetro è attivo, attenzione a un particolare importante ovvero se accetta o meno il pagamento della sosta con carte di credito, bancomat o prepagate. Se è sprovvisto di queste funzioni, la multa per sosta non pagata può essere annullata. Infine, c’è un’altra condizione che, come quella appena descritta, è ignorata da molti ma consente lo stesso di impugnare il verbale di multa.

Ci riferiamo all’assenza, nei pressi delle aree di parcheggio con strisce blu, di altre delimitate da strisce bianche. Per legge, infatti, ogni area urbana deve essere caratterizzata da un’alternanza tra spazi di sosta liberi e a pagamento a meno di ordinanze comunali specifiche per zone di particolare rilevanza urbanistica, aree pedonali e ZTL. Se questa condizione non sussiste ed è dimostrabile, l’automobilista avrebbe diritto a parcheggiare gratuitamente anche su stalli a pagamento.

Infine, attenzione anche al colore delle strisce blu. Se quest’ultimo è sbiadito o non rilevabile, l’automobilista può far annullare la multa. In questo caso, e negli altri elencati, è necessario presentare ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica del verbale, allegando allo stesso tutte le prove documentali a supporto della propria difesa. Il ricorso si può inoltrare tramite raccomandata A/R o PEC. Per l’annullamento ci si può appellare anche a un Giudice di Pace. In questo caso è necessario il pagamento di 43€ di contributo unificato più altri 27€ per la marca da bollo da applicare sull’atto del ricorso.

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