Un Bonus di 2.000 euro è stato confermato anche per il 2025. Ecco a chi spetta e quali sono le modalità per ottenerlo
Il 2025 è cominciato con numerose novità per quanto riguarda i bonus e gli incentivi a sostegno del reddito. Tutte misure che il Governo ha varato per l’accesso agevolato a servizi di pubblica utilità o come sconto sul pagamento di beni e imposte.

Bonus che, ovviamente, vengono erogati se il richiedente soddisfa i vincoli di reddito richiesti. Gli ultimi due approvati sono il Bonus Bollette e il Bonus Tari che garantiscono entrambi un’agevolazione automatica sul pagamento delle utenze di luce e gas nonché sull’imposta comunale sui rifiuti per le famiglie con un ISEE entro i 9.530€ annui, quota che aumenta a 20.000€ per i nuclei con almeno 4 figli a carico.
Per il 2025, il Governo ha confermato anche la copertura su un ulteriore bonus bollette ovvero quello che consente ai datori di lavoro di rimborsare ai dipendenti le spese per le utenze di luce, gas e acqua direttamente in busta paga. Si tratta di un incentivo che rientra nei cosiddetti fringe benefit ovvero agevolazioni esentasse che non contribuiscono a aumentare il reddito imponibile (e quindi tassabile) del dipendente.
Bonus Bollette in busta paga: come ottenere il rimborso
L’importo massimo erogabile dai datori di lavoro come rimborso è pari a 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti, soglia che sale a 2.000 per i dipendenti con figli a carico. Rientrano in quest’ultima fattispecie anche i figli nati fuori dal matrimonio riconosciuti e i figli adottivi, affiliati o affidati con un reddito complessivo non superiore a 2.480€.

Per ottenere questo bonus non è necessario presentare alcuna richiesta o domanda specifica. La sua concessione, infatti, è totalmente a discrezione del datore di lavoro che può scegliere, in autonomia, se erogarlo o meno. In caso positivo, è obbligo del dipendente fornire all’azienda l’apposita documentazione che giustifica la spesa. In particolare, è richiesta una dichiarazione sostitutiva che riporti la tipologia di utenza, il numero di fattura e, ovviamente, l’importo pagato.
Va specificato infine che il rimborso sulle bollette di luce, gas e acqua copre le spese relative alla casa di residenza del lavoratore anche se non vi abita effettivamente. La condizione è che sia lui a sostenere i costi delle utenze. Questo principio si applica, ad esempio, anche qualora il dipendente abiti in una casa in affitto. In questo caso il bonus può essere erogato purché nel contratto di affitto sia specificato che, in quanto affittuario, le spese per l’uso dell’abitazione siano a carico del lavoratore stesso.