GAETA – Sul Comune di Gaeta si sta abbattendo una bomba finanziaria? Dai primi riscontri del movimento progressista di Gaeta sembra che solo il 51% delle cartelle emesse per la Tari nel 2014 non sia stata effettivamente incassata.
“A maggio durante il consiglio comunale per il consuntivo – ha spiegato il consigliere Antonio Raimondi – c’era uno scoperto di cassa di 3,5 milioni di euro. Stiamo verificando qual’è la situazione a giugno, considerando che questo è un mese dove le scadenze fiscali portano nelle casse comunali somme importanti”. Ma la questione della tari, all’ordine del giorno della commissione trasparenza di venerdì, ritornerà a ronzare anche lunedì, nell’aula del consiglio comunale.
Nella prima di quattro interrogazioni infatti si chiederà conto del piano economico finanziario da 6 milioni di euro, maggiorato – secondo i progressisti – rispetto alle spese effettive da sostenere. La conferma – secondo Raimondi – arriverebbe da una determina per quasi 600.000 euro con la quale il dipartimento C.T.A. Del comune di Gaeta (lavori pubblici) ha deciso di impiegare quei soldi, pare per compattatori, anche se materialmente non sarebbero poi fuoriusciti dalle casse comunali”.
“Nè la giunta nè il dirigente – ha insistito l’esponente politico – possono dare una diversa destinazione a somme previste dal pef (piano economico e finanziario). La prerogativa è esclusivamente del consiglio comunale. Si è compiuto pertanto un atto illegittimo. Vi è poi la questione morale di una tassazione asfissiante nei confronti dei cittadini di cui non c’era bisogno”. Affermazioni da chiarire durante il consiglio. Recentemente è stata invece pubblicata una determina di 45.000 euro per l’acquisto di compattatori (macchinette in cui si possono conferire lattine e bottiglie in cambio di un “buono”), somme stanziate peraltro dalla provincia.
Altre e tre interrogazioni verteranno invece sui temi della mobilità, della scuola e delle opere strategiche per la città. Il problema dei pendolari che si recano quotidianamente da Gaeta a Formia è ancora lontano dall’essere risolto. “Allargare le fasce orarie di accesso alla stazione del trasporto pubblico è stato senz’altro positivo – è entrato nel dettaglio l’ex sindaco – ma non è ancora sufficiente. Vorremmo sapere se il sindaco Mitrano si sta impegnando o meno concretamente per il completamento della littorina. La riattivazione fino a Bevano infatti secondo noi non rappresenta una soluzione adeguata a dare risposte definitive alla città”.
Bloccato nel 2010 da un ricorso al tar, l’appalto per il completamento della littorina non è stato più rinnovato. Dopo la caduta della giunta Marrazzo il suo successore, la presidente Renata Polverini, ha ritenuto infatti concentrare le risorse regonali per il rientro dal deficit sanitario.
Ma la littorina è solo uno dei grandi temi su cui si discuterà nella seduta di domani, insieme alla bonifica dell’area Eni ed all’ex Avir. Nel 2016 scadrà il tavolo sulla bonifica dell’area della raffineria di Arzano. Finora il comune ha strappato la dismissione dei primi otto serbatoi, mentre l’Eni ha ottenuto le autorizzazioni al raddoppio dell’area di Casalarga corredata di pensilina di caricazione.
Il Consorzio Industriale per parte sua ha concluso un protocollo per avvalersi della consulenza dell’ordine interregionale dei chimici. Tutto fermo dunque? Perché il sindaco non riunisce il tavolo tecnico da lui presieduto? L’impressione dei progressisti è che l’amministrazione comunale si sia impegnata su alcune opere di abbellimento del centro città, tralasciando le grandi opere infrastrutturali.
Un’ultima interrogazione riguarderà invece la situazione delle aule del liceo scientifico Enrico Fermi e dell’istituto nautico Giovanni Caboto. L’anno scolastico è ormai terminato e fra poco più di due mesi ricominceranno le lezioni. Ma per i due istituti, al centro anche di un ricorso davanti al giudice amministrativo, i disagi non sono affatto superati.
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