Le condizioni economiche della popolazione italiana si stanno aggravando, aumentano gli indici di povertà: il quadro è allarmante in alcune regioni
Ci sono diversi fattori a carattere nazionale e internazionale che come sappiamo stanno incidendo particolarmente sulla situazione economica della popolazione italiana. Una situazione che a carattere generale non è affatto rosea e appare in peggioramento negli ultimi anni. L’emergenza Covid, di certo, non ha aiutato e da allora il quadro appare piuttosto preoccupante.

Ci sono sempre più persone a rischio di povertà e di esclusione sociale. I dati Istat da questo punto di vista, purtroppo, non lasciano alcun dubbio. Passiamo dal 22,8% del 2023 al 23,1% del 2024. C’è da considerare anche l’aumento dei membri delle famiglie a bassa intensità di lavoro, percentuale che cresce dall’8,9% al 9,2%. Per non parlare del fatto che per via dell’inflazione il reddito annuale medio delle famiglie è in calo ancora dell’1,6%. Attestandosi, in questo momento, poco sopra i 37mila euro annui.
Povertà in Italia, nelle regioni del Sud la situazione è più grave: dati in aumento
Gli indici di povertà e di grave deprivazione sociale indicano alcuni parametri specifici che sottolineano la tendenza a rischiare condizioni di indigenza per chi ne soffre. Il tutto si può riassumere, principalmente, nell’impossibilità di sopportare spese impreviste, non potersi permettere un pasto adeguato ed essere in ritardo con l’affitto o con il mutuo.

Le regioni più colpite, tristemente, sono ancora una volta quelle dell’Italia meridionale. Una tendenza che si conferma e che viene aggravata dai dati in proposito. Le regioni del Mezzogiorno sono quelle con la più alta percentuale di popolazione a rischio povertà, stabilizzandosi addirittura al 39,2%, aumentando rispetto al 39% dell’anno precedente. Al Nord-Est, questo dato si attesta invece ‘solo’ all’11,2%.
Una situazione talmente preoccupante che va a incidere non solo su chi non ha un lavoro, ma anche su chi ce l’ha ma fatica a stabilizzarsi o a ricavarne un reddito adeguato. La povertà lavorativa per le persone occupate tra i 18 e i 64 anni incide sul 10,3% del totale, aumentando rispetto al 9,9% dell’anno precedente. Elementi di cui il governo e le istituzioni dovrebbero tenere conto, cercando di correre ai ripari per evitare che la tendenza possa farsi sempre più massiccia negli anni a venire, andando a coinvolgere strati sempre più ampi della popolazione.