Un bonus per evitare la fuga dall’Italia alla ricerca di migliori condizioni di lavoro. Ecco a quanto ammonta e a chi potrebbe essere destinato
Trovano sempre ampio spazio sui social e sulle testate giornalistiche più importanti, le testimonianze di coloro che decidono di lasciare l’Italia per trovare migliori condizioni di lavoro altrove.

La casistica è ampia. A tentare l’esperienza all’estero sono in tanti da profili più qualificati ad altri che vanno in cerca di occupazioni più umili ma comunque meglio remunerate rispetto all’Italia. Altrettanto ampi sono gli esiti di queste esperienze di lavoro all’estero tra successi e cambiamenti di vita radicali e possibili ritorni in patria che scaturiscono anche per il mancato adattamento a stili e abitudini di vita totalmente diverse da quelle che, inizialmente, si era deciso di abbandonare.
Da tempo si ipotizzano bonus e altri sostegni a favore di alcune categorie professionali per limitarne la possibile fuga dall’Italia alla ricerca di opportunità lavorative più appaganti sia dal punto di vista personale quanto e soprattutto per quello economico con salari migliori e maggiori tutele di welfare.
Un incentivo per non lasciare l’Italia: ecco a chi può andare
Recentemente, una delle aree in cui si è concentrata un’elevata percentuale di coloro che hanno deciso di andare a lavorare all’estero è stata la Lombardia, in particolare l’area di confine con la Svizzera. Da qui si sono spostati numerosi infermieri che si sono trasferiti nella nazione elvetica con la prospettiva di una paga più alta. Pensate che lo stipendio medio annuo di un infermiere in Svizzera può arrivare fino a 62.000 euro con un’indennità mensile fino a 5.000€ anche senza straordinari.

Per limitare questo esodo che sta privando la sanità di professionisti fondamentali per l’operatività di ospedali e altre strutture pubbliche, la Regione Lombardia starebbe pensando all’introduzione di un’indennità da 350 euro lordi mensili da riconoscere agli infermieri di confine ossia quelli operativi nelle province di Como, Varese e Sondrio che risultano maggiormente attratti dalle proposte di lavoro da oltre confine.
La notizia è stata confermata dal sindacato di categoria Nursing Up dopo un incontro con Guido Bertoloso, l’ex capo della Protezione Civile ora assessore al Welfare della Regione Lombardia. “Vogliamo vederci chiaro e capire meglio i dettagli di questo incentivo, augurandoci che si tratti davvero di un passo in avanti concreto per tutti i professionisti sanitari lombardi che da tempo vivono una situazione di disagio“, queste le parole di Alberto De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up.
Al momento, si tratta solo di un’ipotesi sulla quale lavoreranno gli assessorati preposti. A margine di un convegno a tema sanitario, Bertolaso ha ribadito l’esigenza di investire e attuare proposte concrete che incidano sul vero cuore del problema ovvero le busta paga di chi opera nella sanità.