Ci sono dei seri problemi e rischi per la salute legati al mangiare pesce: le avvertenze in tema di sicurezza alimentare
In una dieta varia ed equilibrata, per stimolare la corretta salute dell’organismo, il pesce non può mai mancare. E in Italia ne sappiamo qualcosa, dato che il mar Mediterraneo offre, da questo punto di vista, prodotti ottimi e che fanno ottima figura sulle nostre tavole.

I benefici dell’assunzione di alimenti a base di pesce sono molteplici e resi noti ormai da tempo da parte di medici, esperti e nutrizionisti. Infatti, il pesce è ricco di elementi fondamentali come proteine, acidi grassi Omega 3, selenio, calcio, vitamina A, vitamina D e altro ancora. Si parla forse troppo poco, però, dei rischi che parallelamente si corrono nel consumare specialmente determinati tipi di pesce.
Pesce, allarme mercurio: ecco come limitarne l’assunzione
Il mercurio, un metallo pesante e neurotossico, tende ad accumularsi nei pesci, nella forma del metilmercurio, con elevato rischio di contaminazione per l’essere umano che quei pesci finisce col consumarli. In particolare, di recente, il Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare ha compiuto una analisi approfondita, per capire come ovviare a questo problema.

Il documento redatto dal CNSA è stato visionato da ‘Il Fatto Alimentare’, che ha riassunto le conclusioni tratte dagli esperti. Il problema fondamentale per quanto concerne la popolazione italiana è che si tende a consumare poco pesce e quasi sempre lo stesso, con pochissima varietà.
Le indagini compiute in particolare dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche svelano che il 42% circa degli italiani mangia pesce solo una volta a settimana e limitandosi a orata, salmone e nasello. Altri, invece, mangiano molto più spesso le varietà di pesce predatori come tonno o pesce spada, quelli cioè che contengono quantità più elevate di metilmercurio.
Dunque, il CNSA produce alcune raccomandazioni per limitare l’assunzione di mercurio tramite la consumazione di pesce. Limitare a una sola porzione a settimana il consumo di pesci predatori (tonno, pesce spada, verdesca, luccio, palombo e smeriglio). Preferire pesci sostenibili, vale a dire di piccola taglia come aringa, sgombro, salmone e trota. Laddove possibile, diversificare i tipi di pesce, non limitandosi sempre agli stessi. E informarsi controllando la provenienza del pesce stesso, preferendo pesce proveniente da allevamento con mangimi vegetali, che avranno dunque una concentrazione di mercurio minore al loro interno.