“No a malincuore ma non ci sono ragioni per far sopravvivere questa amministrazione”, ha dichiarato all’assiste civica il consigliere Mancini.
Come annunciato nelle scorse settimane, il documento per la sfiducia è stato sottoscritto da sei consiglieri: Elena Palazzo e Andrea Di Biase di Forza Italia, Mario Petrillo e Pietro Di Mascolo dell’UdC, Francesco Fargiorgio di NCD e Antonio Ruggieri del Polo Agresti. Mancava il settimo voto, quello di Mancini (FdI) che ha mantenuto fede a quanto dichiarato nei giorni scorsi.
I due assessori di Sinistra Unita, Luca Iudicone e Paola Ruggieri, hanno rimesso le proprie deleghe nell’estremo tentativo di convincere qualcuno a ritornare si suoi passi e a non votare la sfiducia, magari con la promessa di una giunta tecnica. Ma senza successo.
In questo momento sta parlando il sindaco De Santis che sta dicendo la sua su tale sfiducia, che decreta di fatto la fine della sua legislatura con un anno di anticipo. A nulla è servito il suo appello alla responsabilità scritto nei giorni scorsi.
SFIDUCIATO IL SINDACO A ITRI. PORTE APERTE AL COMMISSARIO PREFETTIZIO
di Orazio Ruggieri
ITRI – Qualcuno, questa sera, si chiedeva se l’ultimo ciclo amministrativo, prima che Itri divenisse acefala nell’espressione istituzionale collocata quattro anni fa alla sua guida, fosse paragonabile a una propedeutica eutanasia o se, invece, il mancato lieto fine dell’intera vicenda dovesse essere definito uno straziante accanimento terapeutico.
Questo il risultato del consiglio comunale di oggi pomeriggio, caratterizzatosi per lunghezza dei tempi e durezza dei toni che hanno caratterizzato gli interventi di quasi tutti i suoi componenti. Si aspettava soprattutto la decisione di Raffaele Mancini, esponente di AN-MSI, prima, e di FdI dopo, il quale aveva fatto parte della lista di coalizione “Patto per Itri e per De Santis sindaco”, un autentico arcobaleno di coloriture ideologiche che nel maggio 2011 strappò la leadership locale ai vecchi governi di centrodestra.
“Tradirei il mandato conferitomi dagli eletto rise continuassi a lasciare ancora in vita questa amministrazione che non è più in grado di proseguire in maniera autosufficiente il suo cammino, in quanto ha bisogno del sostegno numerico di esponenti dell’iniziale opposizione. Perciò, anche se a malincuore per gli ottimi rapporti esistenti tra me e il sindaco De Santis, mi vedo costretto a togliere il sostegno alla ex maggioranza, riproponendo, ancora in questa sede, l’invito ai sei firmatari la mozione di sfiducia, affinchè si ricerchi una ultima soluzione che eviti l’arrivo del commissario, l’ipotesi di una giunta tecnica”.