FORMIA – Il circolo Enzo Simeone del partito di Rifondazione Comunista di Formia ha emanato un comunicato stampa sulle condizioni in cui si trovano i lavoratori con il contratto di Garanzia Giovani:
“Nell’Aprile 2015, con delibera n.60/2015, la giunta comunale di Formia ha deliberato la propria adesione al protocolli d’intesa con oggetto “Attivazione di una Rete di Sportelli per l’informazione e la sensibilizzazione sul Programma Garanzia Giovani e le opportunità legate al jobs act e alla formazione”, proposto dal Centro di Assistenza tecnica (CAT) della Confcommercio Scarl di Latina, il cui è presidente Giovanni Acampora, capo di gabinetto della giunta Bartolomeo fino alle sue dimissioni, avvenute nell’agosto 2014.
Era inoltre prevista l’apertura di uno sportello informativo, presso il comune di Formia, curato proprio dal Centro di Assistenza tecnica, con lo scopo di sensibilizzare e informare le aziende e i giovani (occupati e inoccupati), sui servizi previsti nel Programma della Garanzia Giovani (ovvero su altre opportunità di lavoro!!!)
Nel Maggio 2015 si è tenuto anche il convegno “Garanzia Giovani: insieme per il lavoro”, presso la Sala Ulisse del Centro Commerciale Itaca (probabilmente le sale comunali erano tutti occupati, tanto da non poter essere usate).
L’evento avrebbe dovuto consentire ai ragazzi di conoscere le modalità di accesso al Programma e tutte le opportunità che il programma propone: dai tirocini ai corsi di alta formazione, dall’apprendistato a percorsi di autoimprenditorialità”.
Tra gli interventi istituzioni previsti quello di Lucia Valente, assessore al Lavoro della giunta di Nicola Zingaretti.
Probabilmente ai giovani è stato tenuto ben nascosto che i 400 euro lordi (poi divenuti 500 euro), previsti per i loro tirocini formativi, presso le aziende a cui erano stati assegnati, non sarebbero stati erogati in tempi rapidi, tant’é che dei soldi, finora, neppure l’ombra.
E che addirittura i tirocinanti sono stati costretti ad anticipare i soldi per fare fronte alle spese quotidiane, come il semplice arrivo sul luogo di lavoro. La verità è che l’iniziativa “Garanzia Giovani” è l’ennesima fregatura escogitata ai danni dei lavoratori da parte della classe politica che governa da decenni questo paese.
Davanti alle legittime potreste di alcuni tirocinanti, che si sono ritrovati sotto la sede della Regione Lazio, l’assessore Valente ha ammesso di non essere capace di guidare il suo assessorato.
Infatti ha spiegato che ci vorranno altri due mesi prima che il problema venga risolto, in quanto essendo soldi comunitari, per poter essere erogati vanno monitorati e giustificati e che loro non ne sono capaci (questo lo aggiungiamo noi).
La morale che si può cogliere in questo ennesimo scandalo è che non solo ai lavoratori viene promesso uno stipendio da fame, ma che alla fine questo stipendio da fame non viene nemmeno erogato correttamente, perchè alla regione Lazio non sono capaci di farlo.
D’altronde è da anni che i cittadini vedono peggiorate le loro condizioni lavorative, in assequio alla frase “ce lo chiede l’Europa” ed allora i diritti diventano carta straccia, così come lo statuto dei lavoratori si trasforma in un’arnese obsoleto e quindi va abolito in ossequio ai poteri forti che dettano legge.
Ancora peggio nella nostra città, alle prese con una feroce emergenza lavorativa. Durante la campagna elettorale ci sono giunte più volte voci di promesse di lavoro in cambio della promessa del voto al proprio politico di riferimento.
Ovviamente non siamo in grado di portare prove a sostegno di queste voci, perché nessuno ha il coraggio di metterci la faccia. Nell’assenza di certezze si fanno avanti imprenditori senza scrupolo, pronti a sfruttare i cittadini fino all’osso, in cambio di stipendi da fame.
Eppure invece di mobilitarsi per dare risposte concrete alla rabbia dei lavoratori, si continuano a spendere milioni di euro in opere e iniziative francamente inutili, delle quali tra l’altro noi abbiamo raccontato molti retroscena.
Siamo governati da un frullato misto di arroganza, ignoranza, di interessi privati e di nessuna parvenza dello stato di diritto.”