ITRI – Oltre 30 ettari di campagna sono andati distrutti a causa di un furioso incendio che ha interessato la zona di Palma, Castelluccio e Fossato Irace, nella direttrice Itri-Sperlonga.
L’immane rogo, sviluppatosi nel pomeriggio di domenica e domato solo dopo il tramonto, ha riguardato principalmente macchia mediterranea, querce, elci, carrubi, ma anche abitazioni, un agriturismo, un allevamento di asinelli e uno di bufale.
Enorme lo spiegamento di mezzi e uomini confluiti sul posto anche da fuori Itri. Oltre a un Canadair, due elicotteri, hanno operato nell’impervia zona gli uomini del CFS di Itri, i volontari della Protezione Civile della Emergenza Radio Itri, coordinati dal presidente Antonio Maggiacomo, già operativi il giorno prima nello spegnimento del disastroso rogo che aveva colpito Monte Giove e il suo versante, a Terracina, e una squadra del gruppo volontari “La Fenice” di Gaeta.
La lotta contro le fiamme è stata improba e lunga, date le particolari condizioni geomorfologiche della zona dove il vento proveniente dal mare spingeva le fiamme verso la zona itrana. Circoscritto e bloccato l’incendio non senza difficoltà solo verso sera, oltre all’azione di bonifica, gli operatori hanno monitorato l’intera zona nella mattinata di oggi martedi 7 luglio, al fine di quantificare in maniera precisa l’entità dei danni causati dal primo grande incendio di stagione nelle campagne di Itri, scenari tristemente famosi delle devastazioni causate dai roghi estivi.
E proprio nel corso dell’azione di monitoraggio, gli operatori hanno avuto modo di constatare come le fiamme, distruggendo la vegetazione, abbiano reso visibili importanti reperti archeologici consistenti in mura che gli studiosi ritengono risalire all’epoca precedente all’insediamento romano nella zona (foto copertina).
Calorose attestazioni di gratitudine sono state rivolte dai proprietari delle abitazioni e dalle strutture agricole lambite dalle fiamme agli operatori che hanno poi concordato un piano di intervento futuro coordinato insieme alla luce della recidività degli incendi estivi nel vasto territorio itrano.
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