CASSINO – Testimoni di pace segnati dalla guerra, storie di dolore che non hanno mai fine nemmeno dopo settanta anni dalla fine del secondo conflitto mondiale. L’ ANVCG – Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra torna a lanciare l’allarme sulla pericolosità dei residuati bellici inesplosi.
Ancora oggi viene neutralizzato almeno un residuato bellico dell’ultima guerra al giorno e i ritrovamenti riguardano tutto il territorio italiano, compresi i mari. La maggior parte delle volte al ritrovamento di queste micidiali armi segue la neutralizzazione affidata all’intervento degli artificieri che riescono a disinnescarle senza rischi per la popolazione.
Vi sono stati però casi che hanno avuto come conseguenza una tragedia anche in tempi recenti. Molti incidenti, come sottolineano dalla presidenza nazionale dell’ANVCG affidata a Giuseppe Castronovo, sono avvenuti e continuano ad avvenire a causa della difficoltà di distinguere gli ordigni bellici che spesso venivano camuffati da oggetti di uso comune oppure che con il tempo si sono alterati nell’aspetto esterno fino a confondersi con rifiuti metallici generici.
Anche la sezione provinciale di Frosinone dell’ANVCG presieduta dal cavaliere Giovanni Vizzaccaro si è attivata nella campagna di sensibilizzazione e di prevenzione. “Nel 2015 – ha spiegato il presidente Vizzaccaro – celebriamo i 70 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, ma per molte vittime civili la guerra è stata vissuta molti anni dopo il 1945. B
asti pensare alla tragedia che si è verificata a Castro dei Volsci il primo novembre 1968 quando, per l’esplosione di un ordigno messo a decorazione di un monumento, sono morte 5 persone e altre 15 sono rimaste ferite. La pericolosità di queste armi non si è esaurita con il passare del tempo. Per questo come associazione ci battiamo affinché vengano assunti atteggiamenti responsabili da parte di tutti i cittadini.
Chiunque ritrovi un ordigno o quello che potrebbe sembrare un residuato bellico deve assolutamente evitare il contatto diretto e allertare le forze dell’ordine affinché si provveda alla messa in sicurezza. L’operazione di rimozione viene condotta da sezioni specializzate dell’Esercito come il sesto reggimento genio pionieri di Roma coordinati dal capitano Matteo Tuzi.
Dopo settanta anni è ancora importante non abbassare la guardia ed essere attenti affinché la leggerezza di chi rinviene un ordigno non si trasformi in una tragedia per gli altri”.
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