FORMIA – Una seduta movimentata quella andata in scena ieri pomeriggio durante il consiglio comunale di Formia. Come era comprensibile, la discussione si è accesa sul punto all’ordine del giorno che riguardava la decadenza del consigliere Mattia Aprea, il quale ha avuto un acceso battibecco con Giovanni Valerio e Amato La Mura.
Ma l’assise è stata caratterizzata in apertura dalla presenza di Ernesto Bardellino, che è restato in aula per qualche minuto. Come è noto, il fratello di Antonio, ritenuto fondatore del clan dei Casalesi, che da tempo è residente a Formia con la sua famiglia, aveva avuto contatti lo scorso anno con il sindaco Sandro Bartolomeo recandosi in Comune per chiedere aiuto per la sua situazione di indigenza economica. Ed è su questo che lo stesso Aprea ha inviato una stilettata al collega Valerio, il quale si era fatto promotore di una proroga sull’avvio della confisca degli immobili dei Bardellino. La presenza di Ernesto Bardellino ha fatto calare una coltre scura sul consiglio comunale. Lo stesso Aprea l’ha definita “una presenza inquietante”. Pochi minuti che sono sembrati un’eternità. Perché era lì? Forse per lanciare un segnale a qualcuno? Poco dopo si è alzato ed è andato via.
All’inizio della seduta si è proceduto al primo punto all’odg. Il consigliere comunale Giovanni Costa, entrato in giunta, è stato sostituito in consiglio da Pietro Filosa, primo dei non eletti nella lista del Partito Democratico. Non sono state evidenziate cause di incompatibilità. Il punto è stato approvato all’unanimità.
Il secondo punto, quello di certo più spinoso, che riguardava la discussione della richiesta di avvio della procedura di decadenza nei confronti del consigliere Mattia Aprea che, accettando di rappresentare il Comune di Formia come parte civile nel procedimento penale per la morte di Mario Piccolino, sarebbe ad avviso di una parte dell’opposizione diventato incompatibile con il suo ruolo pubblico conferito dal mandato elettorale.
Sull’argomento ha relazionato il segretario comunale Rita Riccio, il cui parere è stato richiesto dalla stessa opposizione comunale. “Il procedimento connesso alla contestazione di eventuale causa di incompatibilità – ha spiegato il segretario – è ben disciplinato. Nell’immediato, dopo la richiesta, il consigliere Mattia Aprea ha fatto pervenire una nota al sindaco in cui specificava che il mandato era limitato esclusivamente a presenziare all’autopsia. Non v’è stata da parte dell’Ente nessun altro ente. Il mandato sindacale si fermava a questo, fatto solo a servizio della propria città. Così ha di fatto rimosso qualsiasi causa di incompatibilità. Mancando agli atti l’attualità di una posizione di incompatibilità, per me la questione è completamente chiusa. Questa incompatibilità è stata rimossa ancor prima di essere discussa in Consiglio. E’ stata una delega sindacale, non una nomina cui peraltro ha subito dopo rinunciato. L’Avvocatura comunale inoltre ha emesso il parere che smentisce la causa di incompatibilità che è stata prontamente rimossa dal consigliere”.
Nel suo intervento il consigliere Giovanni Valerio ha sottolineato che “non c’è una questione procedurale”. “La causa di incompatibilità – ha proseguito – poteva essere sanata in dieci giorni. Abbiamo sollevato una questione politica. A mio avviso, non può un rappresentante dell’Ente che conosce bene la legge non può conferire un incarico a un consigliere comunale, mettendolo anche in difficoltà. Sulla questione c’è un’incompatibilità ma è stata sanata. Non c’è più la materia del contendere. Resta il fatto politico. Spero che in futuro non vengano conferiti mandati ad altri rappresentanti istituzionali”.
Ne è seguito un dibattito serrato tra maggioranza e opposizione, con toni accessi e offese personali. Si è arrivati quasi alle mani. Tra gli argomenti messi sul tavolo anche la trasparenza sollevata dal consigliere dell’Udc Amato La Mura: “Abbiamo la possibilità d’essere informati sulla trasparenza? O dobbiamo sempre mettere in mezzo Di Rocco? Si può essere umili e dire: forse abbiamo sbagliato qualcosa. Voglio dare per scontato che la questione sia sanata. Lei deve dare risposte ai cittadini di questa città. Bastava si dicesse che c’è stato un errore. Voi non siete stati trasparenti”.
Ha cercato di far calmare gli animi Ernesto Schiano: “In questo momento non stiamo dando una bella immagine alla città. E’ come se ci fossimo dimenticati quando è successo l’evento come è successo e perché. Mi stupisco delle vostre certezze e di La Mura che già sapeva che non si trattava di camorra. Io queste certezze non le avevo e neanche la città. Non riesco a capire tutta questa importanza data a questa vicenda. Se non ci fosse stato tutto quel clamore, oggi voi stareste a dire che non avevamo fatto niente. Noi dobbiamo iniziare a ragionare sui veri problemi della città. Questa storia è stata più che sviscerata. In un momento particolare come quello può accadere. Siamo umani”.
E’ seguito un altro lungo intervento di Mattia Aprea: “Sono contento che avete sollevato questo caso. Stiamo parlando da un’ora e un quarto di una cosa che non ha nessuna importanza e che sotto il profilo tecnico, la causa di incompatibilità non è nemmeno sorta. Ma voglio entrare nel merito. Siamo più che felici che l’opposizione faccia questioni di lana caprina. Noi vogliamo la trasparenza su tutto e certi fenomeni li contrastiamo. Il caldo ha giocato qualche scherzo a qualche consigliere. Valerio ha affermato che non c’era bisogno di questa cosa che la questione era chiarita. Allora perché chiedere la discussione in consiglio. Tanto Aprea è stato già sbattuto tutti i giorni sui giornali per questa bufalata. Entriamo nel merito. Adesso vediamo la trave che avete in fronte. Valerio: lei non ha avuto la decenza di dimettersi quando lei è stato contiguo alla criminalità organizzata. Lei stava spingendo il Sindaco a firmare una proroga dei beni confiscati ad una famiglia della criminalità organizzata. E poi mi fa trovare anche presenze inquietanti all’interno di questo Consiglio. Vantaggio per i network nazionali? Vada a vedere la mia carriera. Non ho certo bisogno di pubblicità. Voi dovete vergognarvi. Questa amministrazione e il sottoscritto vi danno molto fastidio e lo capisco. Cosa c’è di così importante in questo Consiglio Comunale che dovete seguire questi metodi. Il sistema Formia riguarda voi e non noi”.
E qui è seguito un nuovo litigio con La Mura. Il consiglio comunale è stato sospeso temporeneamente. “Prendo atto di essere stato minacciato in Consiglio comunale. Evidentemente faccio paura”, si è limitato a dire Aprea.
Anche il sindaco Sandro Bartolomeo ha cercato di far tornare i toni alla normalità: “Un Consiglio Comunale in generale non può vivere di una vita legata alle incompatibilità, presunte o reali. Quando qualcuno è stato eletto dai cittadini e non ci sono cause ostative, le persone sono compatibili e devono restare in assise. Il gran caos di questa sera che senso ha? Che senso ha scontrarci su queste cose quando potremmo scontrarci sul piano politico. Arrivare in consiglio è stato un vostro errore politico. La polemica ci può stare ma possiamo discutere di argomenti più seri per il bene della città. Chiudiamola qua. Non possiamo trasformare il Consiglio in una litigata da piazza Vittoria. Vi posso chiedere uno sforzo in nome di questa città. Lo chiedo a tutti: maggioranza e opposizione. Non si doveva arrivare a portare la cosa in Consiglio comunale”.
Sono seguiti gli interventi di Antonio Di Rocco e Giovanni Valerio.
Di Rocco: “Accolgo l’invito. Per me è un onore fare il Consiglio comunale. L’ho fatto anche nella precedente consiliatura e ho fatto anche l’altro incarico, gratis, con grandi sacrifici e, come da lei ammesso, non c’era niente di illegale. Io sono tranquillo. Ad oggi, sono indagato ma non ho avuto neanche la possibilità di spiegarmi. Non sono incompatibile e continuerò a lavorare”.
Valerio: “La politica è anche questa. Mi spiace che qualcuno si sia risentito. Il sindaco ha detto che anche loro dal 2008 al 2013 hanno sollevato la questione Di Rocco. L’opposizione si fa così. La politica è anche questa: si verificano gli atti e si cerca di discutere delle irregolarità. I comportamenti di inaudita gravità verbale e fisica a cui abbiamo assistito anche da persone che predicano legalità e trasparenza. Comportamenti di delinquenza ordinaria, non ci si alza in consiglio e si minaccia. Voglio rispondere alle accuse infamanti che mi sono state rivolte. Questa storia camorra-non camorra deve finire. Fortunatamente, ci sono intercettazioni ambientali, prove documentali che io ho – perché sono stato accorto – con proroghe firmate negli anni passati non dal sottoscritto. Queste carte sono venute fuori? Se non sono venute fuori queste cose le faremo venire fuori. La relazione ambientale è un diritto di ogni cittadino che lo richiede. Non esistono cittadini di serie A o di serie C. Queste accuse infamanti devono finire. Dobbiamo verificare tutto in questo Comune, dalla A alla Z. La città è sana. Dove stanno i criminali? Se ci sono, la Polizia li deve eliminare da questa città. Sulla questione Piccolino, si è alzato un polverone. Tutti già con le sentenze in tasca, avete vomitato veleno. Che senso ha: siamo tutti contrari alla delinquenza. Nessuno vuole la camorra. Dobbiamo cacciare i criminali, ma dobbiamo partire dai comportamenti personali. Chiedete a questo Comune. Domani andò io in Procura a dire quello che ho da dire”.
Finita la querelle sul caso Aprea, il consiglio ha approvato i verbali delle sedute precedenti. Il sindaco Bartolomeo ha poi informato la platea delle scoperte archeologiche dei volti della Villa di Gianola che porteranno benefici alla città dal punto di vista del turismo culturale.
Approvato all’unanimità anche il quinto punto all’odg sull’approvazione del regolamento per l’erogazione di benefici economici a favore di cittadini indigenti. E’ stata istituita la Social Card. “I cittadini indigenti – ha spiegato il sindaco Bartolomeo – possono essere assistiti. Una volta stabilito lo stato di indigenza suddiviso per fascia, parte da 300 euro e arriva fino ad oltre mille euro. Questa card consente l’acquisto di beni di prima necessità. I Servizi Sociali devono naturalmente attestare. Spinge i cittadini ad una sorta di autogestione. Si possono comprare beni di prima necessità. Per il vestiario, sono privilegiati gli abiti per bambini ed anziani. Siamo in grado di controllare come vengono spesi i soldi messi a disposizione dalla comunità.
Il sesto punto, ovvero la razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie è stato rimandato.
Attesissimo il punto sulla proposta di delibera di iniziativa popolare contro l’esecuzione di “distacchi/riduzione del flusso idrico” nelle utenze idriche in situazioni di morosità, già rimandato tre volte. L’argomento è stato posto all’attenzione del segretario generale per la regolarità tecnica. Secondo quanto detto dalla dottoressa Riccio la proposta deve essere riformulata secondo quanto definito dallo Statuto comunale. Alla fine la maggioranza ha deciso di votare l’ordine del giorno presentato dall’opposizione. La delibera di iniziativa popolare non è stato votato. Il sindaco Bartolomeo ha comunque assicurato che “la battaglia sarà portata in Conferenza dei Sindaci”. In un comunicato stampa, il consigliere Giuseppe Bortone ha voluto fare alcune precisazioni sul voto in consiglio.
L’ottavo punto, quello sull’approvazione del nuovo regolamento disciplinante dell’albo delle associazioni, è stato rinviato mentre è stato approvato all’unanimità il regolamento per la disciplina delle attività di ripresa audiovisiva e diffusione delle sedute del consiglio comunale.
Infine, l’ultimo punto all’odg, il decimo, che riguardava la richiesta di convocazione del consiglio comunale sulle dichiarazioni del sindaco relative alla presenza della criminalità organizzata sul territorio ed agli interessi della stessa sul Prg dovrà essere riconvocato in quanto è mancato il numero legale.
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